mercoledì 24 dicembre 2014

La storia INSEGNA....prendiamo qualche spunto...

Si chiude l’anno 2014 e certamente non possiamo dire che è stato un grande anno per le falegnamerie italiane, ma ci sono, a nostro giudizio, alcuni aspetti interessanti che nella storia hanno vissuto periodi di crisi e di grandi trasformazioni.
Un passo indietro nel tempo, risalendo al 1980 circa e, se è vero che s’impara dalla storia, forse qualcosa ci può tornare utile.











Serramentisti Il grande rinnovo
Vi ricordate quando furono sostituite le squadratrici con gli “angoli”?
Fu un periodo di grande rinnovamento nelle aziende di quel settore che nel corso di circa 10 anni rividero completamente il loro modo di lavorare.
- cambiarono la logica del sistema (commessa al posto di serie, rapidità di lavorazione, meccanizzazione, informatizzazione, ecc.)
- condizionarono le scelte di alcune attrezzature (taglio ottimizzato, eliminazione della bedanatura, strettoio immediato, ecc.)
- inserirono nuove movimentazioni (rulliere, carrelli in verticale, piccoli depositi, ecc.)
Ed erano anni di scarso lavoro.

Mobilieri la scomparsa
Con enorme tristezza abbiamo visto chiudere molte aziende in Italia, forse un po’ di meno nel Veneto, ma anche la nascita o la trasformazione in produttori di semilavorati grezzi (pannelli, antine, verniciature per terzi, ecc.). Però il mobiliere che era cresciuto molto rapidamente non andava più; eppure c’erano stati utili da capogiro in quella lavorazione, ma, forse, il cambio generazionale non resse al’interesse di un rinnovo e così molte grandi e belle aziende sparirono.
Dalle loro ceneri nacquero gli .....

Arredatori   il “su misura”
Aziende dinamiche, svelte elastiche e con tanta voglia di guadagnare; prevalentemente medio-piccole falegnamerie attrezzate intelligentemente s’inventarono la lavorazione “su commessa” e personalizzata.
Inserirono necessariamente attrezzature flessibili per materiali altrettanto flessibili (truciolati, mdf, laminati, ecc.) rivedendo cicli operativi brevi:
- sezionatura e bordatura immediata
- verniciatura con cambi colore rapidi
- assemblaggio immediato dei corpi di mobile
- informatizzazione del sistema
- movimentazioni interne
- ecc.
Falegnamerie talmente flessibili da riuscire a proporre alla clientela un po’ di tutto: cucina, bagno, camere, ecc. e con l’inserimento di software riuscivano a progettare il mobile sia in virtù del cliente che per le necessità dell’azienda.

Cucinieri il commercio
Forse furono i primi a predisporre la falegnameria al cambiamento.
S’inventarono l’acquisto da terzi di quasi tutto: antine, tops, alzatine, accessori, zoccoli, cornici, ovviamente gli elettrodomestici e persino …. I pannelli.
Divennero assemblatori e ottimi “calcolatori” di utili.

E così via!  Ed oggi che siamo in recessione o giù di lì, siamo tutti … con il culo per terra!

Eppure sono state create attrezzature ancor più flessibili, software sempre più evoluti e alla portata di tutti, forse anche con investimenti meno impegnativi di un tempo… E allora?
Possibile che non si riesca a sdipanare questa matassa?
Possibile che la crisi dell’edilizia ci abbia messo in ginocchio?

Eppure, come allora, dobbiamo inventarci  alternative, oggetti nuovi da proporre di ottime caratteristiche tecniche ed estetiche e con costi adeguati al mercato.
Ed è ben possibile.
Certamente ancora una volta dobbiamo rivedere la falegnameria e le logiche di lavorazione e non sarà facile trasformarsi visto che servono tanti soldi, ma non c’è alternativa.

Allora attiviamoci per tempi migliori e … scrolliamoci dall’apatia.

BUONE FESTE E BUON 2015 A TUTTI!

giovedì 11 dicembre 2014

7° #falegnamerie - Le MANSIONI ed il CAMBIO GENERAZIONALE


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lunedì 1 dicembre 2014

AMPIE VISIONI

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Recentemente abbiamo fatto per un nostro cliente un pre-collaudo in Saomad, azienda Veneta che produce impianti per serramenti in legno di elevata tecnologia ed estremamente personalizzati.
Poiché la macchina è di per se complessa e deve essere collegata ad un sistema di carico-scarico automatico per lavorare in assenza di operatore, abbiamo definito in fase contrattuale questo tipo d’intervento per verificare la rispondenza tecnica, qualitativa, di rendimento, ecc. prima della consegna.




Mentre facevamo il test, il Sig. Camporese (CEO Saomad) ci ha parlato delle sue esperienze, raccontandoci che spesso si trova davanti a clienti che trattano una macchina convinti di aver ben valutato l’impianto e gli adeguamenti per  l’inserimento in azienda, ma che spesso, ci dice, non è così e che poi nascono incomprensioni, problemi e costose difficoltà.

Gli rispondiamo che i nostri clienti, quando scelgono un’attrezzatura, hanno già una chiara visione del metodo da applicare, di chi coinvolgere, come rivedere il layout e cosa aspettarsi per le rese.
Certamente è il risultato di una reciproca collaborazione, ma anche che il “gioco vale la candela”!!!!
Troppo spesso vediamo attrezzature sottoutilizzate, metodi di lavoro non corretti , scarsa programmazione degli impianti, ecc.

E citiamo un esempio recente:
In un’azienda Toscana, visitata recentemente, abbiamo trovato un macchinario del valore, non trascurabile, di circa 300.000 €, utensili per 50.000 €, intervento software per altri 20.000 € e adeguamenti vari.
Il titolare ha definito la zona d’installazione, le modifiche agli impianti e chi ci lavorerà.
Ha fatto delle prove presso il costruttore per lavorare “su commessa” ed ha ritirato l’impianto.
Lo installerà, lo pagherà e inizierà a lavorare…

Gli abbiamo chiesto:
- sono  stati previsti sistemi per l’autonomia dell’operatore?
- si è valutato che l’operatore potrebbe eseguire operazioni a tempo mascherato?
- si è pensato alla movimentazione dei materiali?
- si è pensato ai costi gravanti sul prodotto?
- si sono ottimizzati i cicli per i lavori da fare?

La risposta è stata:
 “forse non tutto, ma ormai la macchina è piazzata, funziona così e...va bé, faremo qualche passo in più e qualcuno gli darà una mano se ne avrà bisogno.   Poi vedremo!”

E’ certo che chi investe ritiene di fare il meglio possibile per la propria attività e non vogliamo assolutamente risultare dei "professori", ma pensiamo soltanto che, a volte, sfuggono certe….ampie visioni!

venerdì 21 novembre 2014

6° LEAN PRODUCTION - I cambiamenti necessari




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lunedì 3 novembre 2014

5° Lean Production - Come ritrovare utili



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venerdì 10 ottobre 2014

4° LEAN PRODUCTION - Gli errori più comuni: le ATTESE



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lunedì 6 ottobre 2014

3° LEAN PRODUCTION - Gli errori più comuni



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martedì 23 settembre 2014

ATTENTI ALLA TRUFFA!

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Un lettore del nostro blog e amico falegname, di cui non faremo il nome per diritto alla privacy, ci ha detto di essere stato vittima di un truffatore e di aver rischiato molto grosso.

Ci ha contattato chiedendoci di divulgare la notizia perché non vuole che capiti ad altri, lo stesso spiacevole inconveniente successo a lui e ad un altro falegname (purtroppo con risultati peggiori).

Su facebook si trova anche una pagina dedicata a questa truffa.
Probabilmente sono state fatte più vittime e qualcuno ha deciso di fare come noi.
Questo è il link e siccome ci è stato riferito che avviene proprio in questo modo, di seguito riportiamo la stessa descrizione:
https://www.facebook.com/pages/Attenzione-all-Architetto-Juan-Velasco-dal-Per%C3%B9/1454578768133596?fref=ts

"E' una persona preparata tecnicamente, molto abile, affabulatore. Vi prospetterà lavori per un hotel di lima, vi parlerà di una ricca russa e del marito propietario di tanti casinò, vi riempirà di materiale tecnico, tantissimi preventivi e vi darà la sensazione che parteggi per voi... cifre allettanti ( con questa crisi)...la trattativa estenuante durerà un mese, vi chiamerà ogni giorno..vi farà preparare disegni tecnici accurati (si nutrirà dei vostri disegni per alimentare altre truffe)...poi vi chiederà condizioni inaccettabili (nero), vi troverà il metodo in cambio di un ROLEX da diecimila, vi farà vedere l'affare già fatto e volerete a lima (viaggio pagato da loro, ma il bonifico non arriverà mai perchè abilmente vi metterà fretta e vi farà anticipare), vi farà preparare numerosi campioni (che prenderà e girerà per altre truffe) .. Arriverete a lima (e ve la farà odiare!) vi manderà a prendere all'aeroporto, vi aspetterà in hotel e vi chiederà se accettate di prendere nero (registrandovi, come tutte le conversazioni preliminari..che userà come arma di ricatto nei vostri confronti qualora lo vorreste denunciare)..si farà consegnare il rolex e vi darà appuntamento per il giorno successivo per l'incontro con i propietari per la firma del proforma..peccato che incontrerete gente che vi spoglierà di tutto se vi va bene!"

Nonostante non abbiamo nessuna certezza...crediamo che sia giusto divulgare la voce.
A presto.

venerdì 19 settembre 2014

Chi è "Mr. Qualità" nelle falegnamerie?

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Manca poco alla nuova ISO 9001, prevista per il 2015, ma non sempre le chiacchiere sul modo di utilizzare questa norma (la qualità) sono viste in maniera positiva. 
La si vede come un obbligo.
Quindi come un costo più che un investimento.
Però tutti noi sappiamo che “dobbiamo fare qualità”
Che ci piaccia oppure no.    

E quindi, come dare una svolta?







In alcuni precedenti post abbiamo evidenziato la figura del Responsabile di Produzione quale personaggio influente e di risultato.
A lui abbiamo spesso legato il ruolo di “controllore della qualità” perché nelle nostre aziende, falegnamerie di media dimensione, non c’è la necessità di acquisire tecnici per questo ruolo. Comunque e se c’è,  questa figura è chiamata  come “Responsabile della Qualità”, anche se sarebbe più giusto "Quality Manager" non per usare i soliti inglesismi, ma perchè "manager" sta per “direttore” cioè colui che guida gli altri al raggiungimento di questo obiettivo.    
Allora pensiamo alle nostre falegnamerie:  chi è il responsabile della qualità?  

In teoria tutti, nella pratica la figura del titolare o di una persona scelta dalla Direzione.  
Grave errore!
Gestire la qualità non è tenere le carte a posto (procedure, istruzioni, etc.).
I documenti sono lo strumento, non il fine.

Il “direttore della qualità” è un responsabile e, non a caso, la ISO 9000 quando indica i suoi compiti, gli fa un abbinamento: responsabilità e autorità.        
"La qualità applicata male evidenzia la prima ed esclude la seconda."
 
Questo tecnico serve a "garantire"  gli obiettivi e svolgere un ruolo direttivo, cioè "guidare gli altri a fare bene" .

Le sue responsabilità sono:
- rendere chiari e condivisi gli obiettivi (qualità del prodotto, del servizio, ecc.)
- coordinare gli altri così che sia sempre applicata (metodi, correttivi, ecc.)
- aiutare le persone a crescere per il bene dell’azienda

Parallelamente deve avere l'autorità per:
- richiedere risorse
- intervenire se i risultati sono scarsi
- elogiare o criticare le carenze del personale

Non è una questione di dimensione, grande o piccola l’azienda è costretta dal mercato a dare sempre più prodotti e servizi di qualità ed in falegnameria dobbiamo iniziare ad investire sulla sua formazione e professionalità.



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venerdì 12 settembre 2014

2° LEAN PRODUCTION - Mai stare fermi...

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Ecco qua il secondo video della serie "Lean Production".
Come detto nel precedente post, abbiamo realizzato una serie di video su youtube (Clicca qui per andare sul canale dove potrete registrarVi) su un argomento già noto nelle industrie ma ancora troppo poco utilizzato nelle falegnamerie.
La Lean production, un sistema che mira a minimizzare i costi, rendendo più organizzata, controllata e flessibile la nostra azienda.
In realtà questo sistema di governare un'industria significa molto di più, ma per tutto questo ci sono i video.
Quindi dateci un'occhiata mi raccomando!

Fateci sapere cosa ne pensate lasciando dei commenti sotto al video.
Risponderemo a tutte le Vostre curiosità, osservazioni e domande.

Buona visione.

lunedì 1 settembre 2014

1° LEAN PRODUCTION. La nuova speranza per le falegnamerie industriali.

Clicca sull'immagine per vedere il video


Bentornati dalle ferie!
E' da un po' che non inseriamo un nuovo post su questo blog, ma c'è un perché!
Il motivo è stato, oltre al periodo di vacanze "obbligatorie per tutti", la creazione di un nuovo canale social.

Abbiamo realizzato una serie di video su youtube ma che saranno postati come sempre anche su questo blog circa ogni due settimane, impegni lavorativi permettendo ovviamente!
Clicca qui per vedere il video e qui per andare al canale.
Entrate sul canale ed iscrivetevi con un semplice click sul tasto rosso "iscrivetevi".
Mettete un "mi piace", cliccando sulla manino col pollice in su.
E se volete, condividete sui Vs. social o magari scrivete pure un commento, risponderemo a tutte le Vostre domande o osservazioni!

Parleremo, come succede anche in questa pagina, di soluzioni ed idee (come la "Lean Production" ad esempio...) per le falegnamerie industriali che non vogliono assolutamente cedere a questo periodo difficile e dannatamente lungo.
A proposito. E se in realtà non fosse un periodo di crisi, ma un cambiamento, cosa dovrebbero fare le industrie per tornare a fare gli utili di una volta?
Vi lasciamo al video allora.
Buona visione.
                             

venerdì 13 giugno 2014

Un’opportunità da non perdere al costo di una sega circolare

Ci capita spesso di ascoltare i titolari ai quali presentiamo proposte per un rapporto di collaborazione e, specialmente nelle classiche aziende del settore, queste nascono da dialoghi e riflessioni tra persone.   
Vorremmo, anche se in modo un po’ troppo semplicistico, farne un esempio. Per parlare di noi!                                        








Immaginiamo una di queste riunioni:
è indifferente la dimensione dell’azienda, ma prendiamone una di media dimensione, avviata da anni e cresciuta nel tempo.  Una tipica della realtà Italiana nella lavorazione del legno.
Riunione importante, di quelle decisionali; presenti il titolare con i 2 figli, uno dedito alla produzione e l’altro al commerciale.
Adesso, per semplicità, chiameremo “T” il titolare, “P” il figlio che segue la lavorazione e “C” quello del commerciale.


T –                 “Figli miei, la situazione è complessa e lo sappiamo. 
                        L’azienda ha da sempre un buon nome ed è rispettata, ma è anche vero che a volte commettiamo errori che ci hanno fatto perdere qualche cliente. 
                        Poi c’è il problema degli insoluti, aumentati a dismisura e per i quali non sappiamo più che fare….
I nostri prodotti sono buoni, di qualità, abbiamo operai efficienti e un buon parco macchine. 
Non dobbiamo mollare perché la CRISI ha investito anche noi.
Dobbiamo riuscire a vendere di più e meglio.”

C –                  “E’ vero papà, ma non è mica semplice vendere in questo periodo.
Tu dici bene. La nostra qualità è buona, è vero, ma se poi sbagliamo, mandiamo via l’ordine senza gli accessori o trascuriamo qualche particolare.… 
E poi, nonostante il programma che provvede ad esplodere gli ordini, a dare precise informazioni, dati giusti alle macchine e pure il controllo dei fornitori, com’è che riusciamo a consegnare sempre in ritardo?
Così non guadagneremo mai….con nessun ordine! E facciamo sempre brutte figure, altro che vendere di più!”

P –                  Eh ci credo! Se prendiamo ordini a 20 giorni, mi dite come facciamo a rispettare le consegne? È difficile. Oltretutto non è che vendiamo….svendiamo
                       Ecco perchè non si guadagna.
E comunque trovate più ordini, altrimenti saremo costretti a mandare a casa almeno il 20% degli operai!

T –                 “E va bene è tutto vero, forse dobbiamo iniziare a correggerci.
Vediamo la relazione che ci hanno fatto quei consulenti che sono venuti a fare il check…dicono di lavorare da 40 anni nelle falegnamerie.…qualcosa più di noi sapranno, no?”

P –                  “Si leggiamolo pure….ma tanto la lavorazione come me non la conosce nessuno!
Però forse… nella prospettiva di un cambiamento….sicuramente avranno visto più aziende, più moderne, più efficaci….ok guardiamolo pure!”

C –                 “Condivido pienamente e penso che anche nell’organizzare il lavoro non siamo poi così 
                        tanto bravi.
Ad esempio non abbiamo un sistema per programmare gli ordini.
Non conosciamo il costo delle commesse e così non so quanto spingere nelle vendite più importanti….ci sono sicuramente sistemi diversi dai nostri.”

T – C – P –    “Però chissà quanto costano questi consulenti?  Ah no! Ci sbagliavamo!                                In realtà costano solamente quanto…..UNA SEGA CIRCOLARE!


Si dice che tutto è cambiato e forse è arrivato il momento di provare a ripensare un po’ tutto per  tornare ad essere un’azienda che vende, lavora e guadagna!



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martedì 20 maggio 2014

Il dopo Xylexpo 2014


"…ma le prospettive non paiono particolarmente buone!" 

Questo dicevamo nel post precedente e al di là di quello che si dice in rete dove parlare bene di una cosa è fin troppo semplice, la realtà purtroppo, è stata peggiore perfino delle previsioni fatte.









Nei miei 40 anni di presenza nelle fiere del settore legno mai e poi mai mi era capitato di vivere una realtà così.
Parcheggi vuoti e poche presenze sia di imprenditori Italiani che dal resto del mondo.
Pensare che i 3 padiglioni, seppure scarsamente riempiti dagli stand di quasi tutti i più importanti costruttori - tedeschi ed italiani, Scm esclusa - non riuscivano a dare neppure la sensazione di folla nei corridoi.

La direzione dello Xylexpo una settimana fa, preannunciando l‘evidenza, diceva:
"Una fiera che sta lavorando perché l’edizione 2014 sia ponte verso il 2016, quando una diversa atmosfera economica consentirà alla rassegna di esprimere tutte le sue potenzialità…."

Che dire, a questo punto è indispensabile l’ottimismo!    
Abbiamo, infatti, apprezzato lo sforzo fatto dalle aziende nella ricerca e realizzazione di soluzioni ancor più flessibili ed innovative, prevalentemente rivolte alle falegnamerie di minori dimensioni, suggerendo loro nuove logiche e nuovi metodi di lavorazione, in adeguamento al prossimo mercato.  
Alcuni esempi:        
1 piccole bordatrici multifunzionali, attrezzate per l’utilizzo immediato per ogni tipo di bordo e colle e non solo: il sistema di bordatura a giunzione invisibile fatta con metodo laser è possibile anche su macchine minori (per dimensioni e costi) a tempo di allestimento pari a zero.
2 sistemi sofisticati di stampa anche su pannelli sagomati (come piattabande) e sui bordi dritti
3 centri di lavoro del serramento che ricevono la commessa, effettuano i controlli necessari, si predispongono e iniziano a lavorare prelevando i pezzi da un apposito alimentatore.
Nel caso in cui trovasse un pezzo sbagliato, questo viene riconosciuto e messo fuori dal sistema.
Con apposite polmonature può lavorare 24 ore in autogestione.
4 linee di verniciatura per serramenti talmente flessibili da riuscire a svolgere “su commessa” il ciclo completo nella stessa giornata di smacchinatura
5 meccanizzazioni che consentono di lavorare più ore quando e se necessario
6 sistemi per la riduzione degli sprechi, come i cambi di colore e pulitura di vernici o strumentazioni per creare energia elettrica in piena autonomia, ecc.
Il presidente dell’Acimall, Lorenzo Primultini in una conferenza ha detto:
"…questa fiera merita un premio all’innovazione e non solo di prodotto – per i temi di “green economy” e le opportunità dei sistemi a “basso consumo”– ma anche dell’“essere impresa”.  
La crisi ha portato tutti (non solo costruttori, ma anche le stesse falegnamerie; ns nota) all’innovazione e a lavorare a 360 gradi. 
Ciò anche a livello di comunicazione, per una diversa informazione e soprattutto attraverso una presenza più cosciente sui social network.
Il futuro vedrà aziende impegnate nel concepire e trasmettere non solo un prodotto, un prezzo, una funzione, ma un insieme di idee ricavate dalle esperienze di ognuno e rivolte ad una diversa nuova visione del mercato. "

Possiamo solo augurarcelo, condividerlo e, speriamo, parteciparne!

mercoledì 14 maggio 2014

XYLEXPO 2014

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Ieri si è aperta la fiera delle macchine ed attrezzature per la lavorazione del legno e Milano diventa la “capitale” del settore per 5 giorni.          
Ma cosa ci aspetta?





Su Internet viene evidenziato il ritorno di molti nomi, come Biesse, di Cefla, di Busellato, nonché di Elmag – Superfici e Cms Group – Balestrini (Gruppo SCM), ma le prospettive non paiono particolarmente buone.

La segreteria di Xilexpo preannuncia:
“Un cammino che quest’anno trova una ulteriore conferma nella decisione di utilizzare solo tre padiglioni….
…..non si può sottovalutare la scelta di molte imprese di ridurre lo spazio (ed i costi! nota ns.)”

Una fiera “onesta”, che sta lavorando con grande intensità perché l’edizione 2014 sia una sorta di ponte verso il 2016, quando una diversa atmosfera economica consentirà alla rassegna di esprimere tutte le sue potenzialità….
Che dire, speriamo!
Noi saremo in fiera solo per due giorni (abbiamo ridotto gli spazi!) e ci auguriamo che siano…insufficienti!

Contiamo sulla presenza di quegli imprenditori che comunque non mollano e cercano soluzioni per le loro aziende.  
Certamente con risorse limitate, ma tanta, tanta volontà per proseguire in quel futuro che speriamo vicino.
Per tutti un augurio reciproco.

venerdì 9 maggio 2014

Quando si acquista un macchinario...

Quando si acquista un nuovo macchinario si pensa a dove posizionarlo, cercando soggettivamente il posto ideale.
Spesso capita di “accontentarci” accettando compromessi, consapevoli o per scarsa riflessione. 
E così non si tiene considerazione dei flussi, dei metodi di lavorazione, delle movimentazioni o, addirittura, dei costi indiretti che un posizionamento sbagliato può creare all’azienda. 
Non credete che valga la pena ragionarci bene?


Pensate che sui costi di lavorazione gravano molte voci derivanti proprio da:
> trascurata distribuzione dei flussi
> sbagliata posizione delle macchine
> errato metodo di lavoro del personale
Tutti valori d’improduttività e quindi di costo!




Il layout è invece una parte importante dell’azienda e che richiede accorgimenti periodici. Tanto che, diciamo, ogni 5 – 6 anni dovrebbe essere comunque rivisto, adeguandolo alle esigenze del mercato.
Quandoci troviamo ad esaminare un’azienda, chiediamo di poter fare un giro nei reparti per prenderne conoscenza e, tra le prime cose che osserviamo, è proprio lo svolgimento del layout così da ricavare veloci informazioni utili al nostro lavoro. 
Un esempio?
1 se è ben scelto il parco macchinari
2 se gli spazi sono sfruttati opportunamente
3 se i lotti sono adeguati
4 se i depositi sono ben dimensionati
5 se i sistemi di movimentazione sono giusti
6 se è presente un responsabile di lavorazione
7 se gli uomini sono giustamente distribuiti 
8 se c’è qualcuno che analizza tempi, metodi e...costi
9 se viene fatta la manutenzione
10 se gli impianti fissi sono adeguati

Fare lo studio di un buon layout richiede molte conoscenze, sui prodotti o sui metodi applicati, ma deve espandersi in campi complessi, spesso sottovalutati anche per la mancanza di tempo da dedicare.
Serve invece un tecnico che, conoscendo la lavorazione, con esperienze specifiche e larghe visioni, possa:
- saper calcolare il costo di lavorazione
- mantenerlo anche modificando i metodi di lavoro
- sapere se le macchine sono sempre rispondenti alle esigenze
- conoscere  fornitori, saper valutare i loro consigli, i prezzi, le caratteristiche, utensili, ecc.

Inoltre un progettista quando elabora un layout, deve saper lasciare spazi per modifiche, completamenti, ampliamenti, diversificazioni, spostamenti del personale, ecc.
Deve tenere conto degli impianti fissi, dei sistemi organizzativi…insomma conoscere a fondo la conduzione dell’azienda.

E’ perciò che questa figura difficilmente si trova all’interno dell’azienda stessa in quanto per fare ciò, occorre essere padroni di strumenti, metodi e tecniche di ambito manageriale, di competenze di diversa estrazione: gestione aziendale, gestione del personale, informatica, ecc.   
E’ perciò che questi servizi debbono essere appaltati ad uffici esterni (come il nostro) che possono trasferire le molteplici esperienze e conoscenze rapportandole a quanto necessario all’azienda, formando un tecnico adeguato al ruolo e che si espanda oltre lo studio del layout, ma lo integri come strumento potenziale nei sistemi organizzativi giornalieri.
E’ una questione di scelte. Cito, quindi, le parole di E. Schmitt:
"Un uomo è il prodotto di scelte e circostanze.  
Nessuno ha il potere sulle circostanze, ma tutti hanno il potere sulle proprie scelte."



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                 Gli sprechi: come riconoscrli...           Movimentazioni in falegnameria...      Il cambiamento di mentalità...                     


martedì 29 aprile 2014

Continuare o farla finita?

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Questo periodo che ormai va avanti da troppo tempo, ha messo in ginocchio l'intero sistema edile e quindi tutta la filiera.
L’analisi delle falegnamerie è questa.
Quasi tutte le aziende produttrici di porte e finestre sono in seria difficoltà, così come le aziende che producono arredamenti e tanti altri settori ancora.
Molte fabbriche sono in concordato, altre hanno definitivamente cessato l’attività.
La realtà del momento sta portando tutti gli imprenditori ad una difficile scelta: continuare o farla finita.
Al di la che non sia semplice (ed economico) chiudere un'attività, resta il fatto che continuare richiede molto impegno e altrettanto coraggio, anche perché, adesso, la situazione in Italia, prevede ancora per un po’ poco lavoro e molti costi.
Siamo entrati in un tunnel buio. 
E allora….dobbiamo accendere una lampadina!!!



Un'azienda per fare utili, deve:
1° -  avere lavoro
2° -  saperlo fare bene

1° punto. Bisogna essere consapevoli che:
- il mercato è diverso da quello di 10 anni fa e non ritornerà uguale;
- la grande edilizia è finita (o quasi...);
- le rivendite, come i cantieri, scelgono i prodotti e pretendono qualità e buon prezzo;
- il cliente privato oggi sa informarsi ed è preparato ad acquistare un buon prodotto;
- spesso ha difficoltà finanziarie per l’acquisto;
- il cliente va cercato e convinto dei propri prodotti con giuste proposte;
- la concorrenza è forte, sia con prodotti simili che alternativi.      
Nelle finestre ad esempio, è molto presente il prodotto PVC, che, come ultimo articolo proposto sul mercato, è reputato innovativo anche se in molti casi….bisognerebbe discuterne!
Quindi per poter lavorare bene, le aziende debbono proporre innovazione, qualità, servizio e soprattutto avere una rete commerciale tecnicamente preparata.

2° punto. Sta nel mezzo fra il "pre" ed il "post" vendita
Saper far bene il proprio lavoro non è così scontato come sembra, anche perché non sempre è chiaro il significato di questa frase.
Un’azienda produce bene se ha un'organizzazione tale da permettergli di:
- fare oggetti innovativi, di qualità e design
- produrre velocemente e consegnare puntualmente
- non fare ne errori ne sprechi 

Su quest'ultimo punto vorremmo porre maggiore attenzione in quanto è un concetto fondamentale.
Abbiamo detto che il cliente compra da aziende che danno servizio, prodotti di gradimento e buona qualità e, nella massa, ad un prezzo adeguato, spesso basso!
Perché nessuno vuol pagare costi che non lo riguardano (errori, sprechi, ecc.).
Non solo non vuole......non se lo può più permettere.

Detto questo, ecco l’unica cura possibile secondo le nostre esperienze:
1 creare, rivedere o potenziare il sistema commerciale
2 eliminare le fonti d’improduttività, che generano costi sul prezzo finale
3 fornire prodotti di qualità dando ampio servizio
4 porre rigidi controlli ai sistemi organizzativi e produttivi per ricavare utili 
5 definire l’utile minimo da ricavare
6 dare al mercato un prezzo adeguato

Facile a dirsi…..ma chi già collabora con noi, sa che le nostre convinzioni danno un giusto metodo di procedere. E non è detto che servano investimenti!
In questo crediamo ed in questo ci reputiamo bravi. 
Metteteci alla prova, se volete anche con un check. No?  (leggi per sapere cosa è un check)


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giovedì 24 aprile 2014

Gli SPRECHI: come riconoscerli ed eliminarli.

Sito internet
In un precedente post abbiamo detto che le aziende non possono permettersi “errori e sprechi” in quanto creatori di costi superflui e che oramai nessuno vuole pagare.                 

Ma cosa sono gli “errori e sprechi”? 

















Gli “errori” sono classificabili come sbagli che spesso cointeressano tutti i reparti dell’azienda creando costi che, per propria causa, aggravano il prezzo di vendita.
Sono operazioni malfatte nei:
- metodi organizzativi e di programmazione inefficaci
- lavorazioni non gestite
- improduttività
- qualità scadenti
- mancato rispetto delle consegne
- ecc.

Gli “sprechi” invece, sono attività inutili che creano costi altrettanto inutili.
Alcune categorie di spreco più comuni sono:
Prodotti difettosi 
errori di nella realizzazione e conseguenti rifacimenti, oppure per la produzione di componenti non necessari
Magazzinaggio 
con l'acquisizione di quantità inutili. È considerato spreco perché nasconde problemi di gestione, generando quindi altri sprechi finanziari. Le lavorazioni debbono essere fatte per “commessa”
Attese 
quando un operatore non svolge alcun lavoro, rimanendo in attesa di disposizioni oppure, come spesso accade, “facendoselo bastare”, rallentando cioè la velocità e la  produttività
Perdite di processo 
quando si fanno attività a non valore aggiunto durante le varie fasi di lavorazione, come la levigatura manuale, la stuccatura, ecc… (fasi di lavoro che ad oggi possono essere abbastanza facilmente ridotte se non evitate)
Movimenti interni 
divisibili tra spostamenti di materiali, carrellature, ecc. e le azioni improduttive del personale in lavorazione. Spesso sono causati da un layout sbagliato (con posizioni poco corrette dei macchinari all’interno dei reparti, movimentazioni non pratiche, magari eseguite con carrelli inadatti, transpallettes, ecc…).
Comunque sia le attività di trasporto interno non creano alcun valore aggiunto.
Scorte   
tutto ciò che è sparso nei vari depositi o in attesa di lavorazioni successive (materie prime e semilavorati) o pronti per una consegna (come i prodotti finiti).
Il materiale può danneggiarsi e peggiorare la sua qualità e, comunque sia, si trova in posizione di inutile stallo.
Sottoutilizzo del personale                                                                                                              utilizzare persone di qualifica superiore (quindi a maggior costo) in semplici operazioni o  per sopperire ad assenze o aiuti creati da ritardi, genera costi inutili, quindi sprechi

Nella classica lessica, spesso, le due voci “errori e sprechi” sono racchiuse in un solo significato comune, come a significare la stessa parola.
In questi anni si è sviluppata una filosofia industriale, particolarmente ispirata al metodo Toyota, che mira a minimizzare gli sprechi fino ad annullarli.
Filosofia facile a dirsi e difficile da realizzare, ma che, alla fine ha alla base…molta praticità e buon senso!
D’altronde la maggiore competitività, le conoscenze del cliente nella scelta tra vari prodotti, la qualità ed il costo, ha evidenziato le difficoltà che le aziende hanno nel riordinare i sistemi di produzione.  
Solo coloro che sapranno impostare le giuste logiche di lavoro alle richieste del mercato saranno aziende economicamente valide.
E’ interessante ed utile analizzare il costo di molti articoli prodotti in azienda per rendersi conto di quanti “sprechi” ci sono.
Questo concetto, precisamente calcolato dal ns. programma “Valori, può riassumersi in una formula semplificativa:

Costo di produzione = materiali + lavorazione + spreco + costi fissi

In un mercato dove i prezzi sono quasi imposti, capita spesso che la competitività non sia data dalla differenza di tecnologia impiegata o dalla qualità – peraltro oggi non più discutibile – ma dalla incidenza che gli sprechi (ed errori) incidono sui processi organizzativi e di lavorazione.
Sempre semplificandone il contenuto, sino a qualche anno fa il calcolo del listino era formulato da:
Listino = costo di produzione + voci di margine
oggi è potremmo dire che è così variato:  

Margine - sprechi = listino – costo di produzione      
….dove spesso gli “sprechi ed errori” riducono abbondantemente la voce di margine!

Tutto questo a conferma che gli utili sono da ricercare all’interno della propria azienda e che….nessuno pagherà gli “errori e sprechi” da noi creati!    


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martedì 1 aprile 2014

FENSTERBAU 2014 - Le nostre opinioni.

Sito di provenienza
Finalmente una buona fiera ed una fresca boccata d'aria per il settore del serramento e quello in legno non è assolutamente defunto, al contrario, sta tornando ad essere uno dei materiali principali e più presenti anche nei paesi come la Germania, dove da sempre il PVC ha fatto da padrone.
Direi e con grande soddisfazione, che finalmente il legno è riapparso... e a testa alta! 
Il Fensterbau 2014, infatti, gli ha dato il giusto spazio ampiamente meritato!





Comunque ed in tutte le casistiche, sono apprezzabili i buoni prodotti, logicamente finalizzati alla riduzione dei valori di trasmittanza ed alla rispondenza di prodotti per casa clima e casa passiva.
Molte le finestre in legno, in legno-alluminio e tanti i completamenti con materiali isolanti.
Interessanti ad esempio, quelli della Uniform, InternormIdeal, Wolf, ecc...

L'importanza di creare abitazioni ad alta efficienza energetica, riducendo i costi di climatizzazione, ha fatto si che molte aziende abbiano presentato un'ampia accessoristica e collegamenti (relativamente) economici alla domotica: come i controlli automatici delle serrande, dei ricircoli di aria fresca e, talvolta, pure costantemente riscaldata, i tripli livelli di antieffrazione, le vetrature a contenimento UV e....molto altro ancora.
Il Fensterbau si è confermato ancora una volta come la prima fiera mondiale del settore ed ha coinvolto persone da tutto il mondo; purtroppo gli italiani sono venuti in pochi rispetto ai precedenti anni e molti solo per una "toccata e fuga".

Tra le cose importanti che abbiamo visto:
1 Sistemi Internom. Prodotti eccellenti ed innovazioni I-Tech, con  il nuovo sistema di chiusura, quello di ventilazione e l'oscuramento automatico.
2 Sistema Termoscudo di Uniform, con i suoi profili in XPS (polistirene) ad elevato isolamento termico inseriti fra il legno e l’alluminio.
3 Software Kosmosoft, con il loro programma Archimede (preventivazione, schede di produzione, ecc.), i quali stanno lavorando all'integramento di soluzioni ideali per creare un sistema ERP specifico per il nostro settore.
4 I nuovi impianti Lemuth, per la siliconatura verticale e montaggio della guarnizione in automatico (anche sul telaio montato!)
5 Gli impianti di "superfinitura" per elementi di finestra grezzi e smontati, della Stahle-Hess e della MB-maschinenbau (per la quale vorremmo ricordare anche la notevole incollatrice per tenoni). Interessantissimi e molto soddisfacenti nel risultato
6 Una proposta per la verniciatura di porte esposta dalla Makor modello "S-One" che prevede un alimentatore per il prelievo e lo scarico in ricircolo automatico al servizio di una verniciatrice orizzontale completa di ribaltatore finale. L'impianto è così in grado di verniciare totalmente da programma e, aggiungerei, senza alcun operatore, se non di controllo.
7 Il sistema di bordatura manuale Festool, ideale anche per i gli angoli interni.
8 Attrezzature per il trasporto di infissi ai piani alti, come quello da interni di SanoLiftkar, oppure da esterni di Geda - Gedalift
9 E molto altro ancora...

Per noi, come sempre, è stata una fiera importante e che ci ha pienamente ricompensato per le "scarpinate" giornaliere alle quali non siamo abituati.
Ci ha lasciati convinti che anche in Italia sia possibile riprendere la lavorazione del ripristino edile, per le ristrutturazioni, gli adeguamenti ai risparmi energetici, ecc. muovendo così e finalmente una parte di economia.


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