venerdì 7 ottobre 2016

XYLEVO - un sistema che ci ha incuriosito

Il sistema modulare XYLEVO - dal greco ξύλο legno e da evo per evoluzione – è formato da blocchi di legno modulari che, assemblati e collegati agli elementi portanti riducono notevolmente i tempi di realizzazione di un edificio.

XYLEVO è frutto di più di 50 anni di esperienza della Segheria Bruno Franco F.lli di Bagnolo Piemonte (CN). L’azienda oltre ad aver messo a punto e prodotto questo nuovo sistema modulare componibile, è specializzata nella realizzazione di tetti su misura in legno lamellare e in legno massiccio di larice e abete, utilizzando macchine a CNC di ultima generazione, nonché nella realizzazione di case in legno su progetto. XYLEVO è prodotto interamente dalla Segheria Bruno Franco e distribuito da Nordtex, Chiusa (BZ).

XYLEVO è un innovativo sistema costruttivo, che si compone di elementi modulari in OSB, realizzati con legno di pioppo di provenienza locale. Questi elementi sono dotati di incastri che ne facilitano la posa in opera, favorendo la verticalità e il controllo geometrico del manufatto. La particolare disposizione degli incastri riduce la possibilità di commettere errori nell’assemblaggio della struttura.

PERCHÈ XYLEVO
Il legno è il più antico materiale per l’edilizia, semplice, accogliente, versatile, elegante e rispettoso dell’ambiente. Ecco perché costruiamo con il legno. Nient’altro è in grado di offrire calore e comfort quanto questo nobile materiale. Per questo motivo una casa realizzata con il sistema XYLEVO sarà sempre la scelta giusta.


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venerdì 23 settembre 2016

Se vuoi far crescere la tua azienda, devi far crescere prima te stesso

Sito internet
Se vuoi far crescere la tua azienda, devi far crescere prima te stesso.
E’ una cosa che suggeriamo con insistenza perché è un “credo” importante per il nostro modo di pensare.
Ciò vale un po’ per tutti, ma vorremmo rivolgerci a quei titolari che, nonostante le loro aziende abbiano dimensioni non più artigiane, restano legati radicalmente nel processo lavorativo.

Delegare.
E’ questa una delle armi più efficaci per chi dirige un’azienda.
In molti affermano di essere sempre troppo impegnati nel lavoro, di avere poco spazio per fare tutto, anche per gli interessi  personali, ma è quasi sempre perché non riescano delegare o, addirittura, preferiscano fare da soli.
Altrettante persone soffrono inutilmente di stress per sovraccarico di lavoro e sempre perché non riescono a delegare.
Allora capita che alcune di queste aziende non crescano come dovrebbero e potrebbero, perché chi deve delegare…..non lo fa!

E perché non lo fanno?

Perché non è facile come sembra.
Troppe incertezze bloccano il titolare per addestrare altri a fare il proprio mestiere.
E ci dicono:
“non c’è nessuno in grado di fare quello che faccio io o che vorrei facessero” e “se insegno alla persona sbagliata, ho  investito male il mio tempo ed adesso …. non posso permettermelo”.
Allora finisce sempre così: “controllo meglio la mia azienda se sono io all’interno del sistema”.

Non vorremmo dire che ciò è sbagliato o non facile a farsi, ma spesso, ascoltando queste parole  …. diventano pure convincenti !

Ma il problema è, insito, nelle abitudini della persona e di fatto, nella realtà di una crescita.
Non puoi permetterti di non delegare.
Non ci sarà mai il tempo per permetterselo.
Ancora più!
E’ giusto che nessuno DOVRA’ avere il tempo di fare ciò che è stato sempre fatto, perché SERVIRA’ occuparsi di ben altro.
ALTRIMENTI CHE CRESCITA E’?

Delegare è cosa difficile per tutti, ma è anche un’inevitabile caratteristica per far crescere noi stessi, i nostri collaboratori e, di conseguenza, l’azienda.
Non c’è altra via se non quella del gruppo.

Alcune precisazioni:
- la persona da istruire va dopo un’accorta selezione
- non istruire la persona velocemente , ad ognuno va dato un ragionevole tempo
- saper delegare non deve essere fatto solo in parte
- e va fatto con … pazienza!

Per chi vuole approfondire l’argomento, abbiamo preparato un piccolo promemoria da leggere ogni tanto…per ricordare come, cosa, a chi, quando delegare e l’importanza di farlo.
Per riceverlo invia una mail al nostro indirizzo quer.consulenze@gmail.com con scritto “#DELEGARE”.

 A disposizione di tutti.

 Invia una mail a questo indirizzo con scritto #DELEGARE




martedì 13 settembre 2016

Schiuma isolante spray in legno

Link della foto
Continuano i tentativi per ridurre l’inquinamento nel settore dell’edilizia, che cerca di spogliarsi di tutte quelle materie plastiche derivate dal petrolio – oggi ampiamente utilizzate per l’isolamento termico – responsabili del continuo ricorso ai combustibili fossili e quindi del tanto preoccupante cambiamento climatico.




Mentre l’Unione europea, Germania in primis, sta mettendo a punto regolamenti per incrementare l’isolamento di tetti e pareti, col rischio di un ulteriore aumento della produzione di schiume petrolchimiche, da Francoforte rispondono gli scienziati “illuminati” del Fraunhofer Institute for Wood Research, che hanno messo a punto un nuovo isolante naturale e non inquinante, a base di legno.
Ai metodi tradizionali per isolare termicamente una casa, che ricorrono ai soliti noti polistirolo, perlite espansa ecc., ossia a quelle sostanze plastiche ad elevato impatto ambientale derivate dai composti petrolchimici, la bioedilizia cerca di opporre un modello più efficiente e sostenibile, volto ad abbattere l’inquinamento grazie all'impiego di materiali naturali.
I ricercatori di Francoforte, sensibili alle tematiche ambientali, dopo un lungo studio sui materiali rinnovabili, riciclabili e sostenibili hanno realizzato quest’innovativo spray in legno, una vera e propria schiuma isolante a base di legno, che mira a scalzare il primato nell’edilizia di tutti quei prodotti derivati dal petrolio.
E’ bene ricordare che non è la prima volta che i ricercatori di questo istituto ricorrono a materiali totalmente naturali e biodegradabili per questo problema, tant'è vero che in passato avevano anche ideato una fibra ricavata dalle alghe sempre per isolare le abitazioni.


Schiuma isolante spray in legno: le novità del progetto tedesco

Il processo di produzione è molto semplice: i trucioli in legno vengono macinati e sminuzzati in particelle   macroscopiche fino a quando si ottiene un impasto viscoso a cui viene aggiunto gas, per renderlo spruzzabile, mentre l’indurimento si realizza attraverso sostanze naturali presenti nello stesso legno.
Questo nuovo isolante naturale made in Germany può esser facilmente trasformato in pannelli rigidi o in tappetini flessibili in legno e, tra l’altro, riesce a sopperire ai tipici inconvenienti di questi prodotti, ossia l’azione corrosiva dell’umidità e l’erosione del tempo.
Attualmente la Schiuma isolante spray in legno brevettata dal Fraunhofer Istitute sta affrontando una fase di test sperimentali in laboratorio: per la produzione di massa ci sarà ancora da aspettare, poiché i ricercatori tedeschi stanno studiando differenti tipi di legno, al fine di individuare la specie arborea che possa assicurare le prestazioni più elevate.
Attendiamo fiduciosi, nella speranza che la bioedilizia possa trovare presto un altro prezioso prodotto per fronteggiare l’avanzata delle schiume petrolchimiche.

mercoledì 7 settembre 2016

Una grande occasione...

Impianto automatico per finestre


Sito internet Stemas

Un nome storico nella produzione di serramenti in legno, purtroppo cessa l'attività.

Ci ha chiesto di agire tramite il nostro Blog per rendere nota la sua disponibilità a vendere rapidamente e a condizioni molto vantaggiose questo centro di lavoro.

La nostra funzione, in qualità di suoi consulenti, non ha alcun interesse commerciale ma soltanto di riferimento tecnico per eventuali contatti.

Chi è interessato, può contattarci all'indirizzo mail:  quer.consulenze@tin.it






Nostro cliente sino a 5 anni fa, dietro nostro studio, fece un investimento completando la linea di lavorazione con l'inserimento di un centro di lavoro transfer, la cui costruzione è stata realizzata dalla ditta Stemas di Pesaro.

Tale impianto è stato studiato per eseguire tutte le operazioni di completamento arrivando allo strettoio con pezzi finiti.I pezzi lavorabili sono componenti per finestre, alzanti scorrevoli, complanari, persiane ed alcune tipologie di porte interne ed esterne.

In breve, le operazioni eseguibili sono: 

1) ogni tipo di intestatura 
2) forature e fresature su tutti i lati
3) profilatura, taglio e spillatura del fermavetro

La produttività della linea è compresa tra le 40 e 50 finestre a turno, con 1 operatore addetto al carico ed 1 allo scarico e assemblaggio.

Il video allegato vuole essere una rapida dimostrazione di alcune lavorazioni.
Sono a disposizione altre foto e filmati oltre al manuale d'istruzione. 








lunedì 4 luglio 2016

IL CAMBIAMENTO NELLA PICCOLA FALEGNAMERIA …. da 3 persone in poi!

Link 
Abbiamo più volte detto che, nei prossimi anni, le falegnamerie cambieranno il sistema di lavorazione. 
Ciò perché, come capitò con l’avvento dei “centri di lavoro” nell’arredamento o degli “angoli” nel caso delle finestre, la produzione sarà sempre più personalizzata, frammentata e variegata e richiederà non solo flessibilità, ma soprattutto un significativo contenimento dei costi.

E allora? 






Il nostro lavoro e la nostra esperienza (siamo stati tra i primi in Italia a credere sulla lavorazione “a commessa”) ci portano a evolvere la nostra clientela verso la lavorazione in “isole produttive” con lo scopo non solo di ridurre i continui rimaneggiamenti e spostamenti di uomini e materiali, ma principalmente per ottimizzare i cicli operativi.
Solo così sarà possibile controllare la lavorazione e rispettare i costi previsti per ogni fase.

Arrivare a questo ambizioso traguardo richiede però una forte crescita culturale delle persone in azienda e che si può riassumere in 3 importanti passaggi.

Passo 1: informatizzare l’ufficio
Prima di tutto si devono creare i presupposti per poter lavorare in maniera sistematica, con organizzazione, pianificando e sviluppando distinte trasmettibili alle varie “isole”.
Spostare alcuni compiti dai reparti all’ufficio (programmazione a CNC) serve a creare un archivio dati con il quale un tecnico potrà applicare un metodo che dia, preventivamente, e con certezza, il costo di produzione (costo di lavorazione + costi di materiali) e quello di vendita relativamente all’oggetto da lavorare.

L’utilizzo di sistemi CAD/CAM rende la preparazione più efficiente, riduce i lavori manuali ed i tempi di passaggio, perchè per tutti gli elementi sono disponibili tutte le informazioni necessarie alla lavorazione – elenchi di taglio, etichette, programmi CNC, disegni, ecc.
Inoltre, se così viene fatto, si evitano errori e le inevitabili richieste di chiarimento.

Passo 2: collegare ufficio e lavorazione 
Spostando la programmazione in ufficio tecnico, si aumentano le capacità produttiva delle macchine, ma ciò richiede adeguati sistemi di comunicazione.
La messa in rete semplifica i cicli di lavoro: i programmi fatti e riportati sul server possono generarne di nuovi o modificarli e, utilizzando etichette bar code, si possono caricare (o verificare) i programmi inviati alle macchine, semplificando ulteriormente altre fasi di lavorazione.
Con questi collegamenti sarà possibile ed in tempo reale, informare l’ufficio dei dati necessari ed importanti alla gestione della lavorazione ed utili a verificarne tempi e costi.

Passo 3: ottimizzare i processi 
Nei prossimi anni la produzione verrà organizzata sempre di più mediante software.
Dalla pianificazione degli ordini al controllo, fino all’organizzazione di quantità ed alla preparazione degli ordini e la loro spedizione e, cosa importante, tutto sarà gestibile da un personale tecnico.
Un laboratorio posto in rete normalmente richiede meno personale e, importante, ne cambia la qualifica.  

Il nostro sistema
Il nostro ufficio offre soluzioni ingegneristiche e collegate ai software per la “produzione in rete“ con una consulenza a 360°.
Spesso aiutiamo i nostri clienti ad essere più efficienti e a trasformare la produzione passo per passo verso la “Smart Production“.

E’ vero che ogni azienda è diversa, ma con i nostri esperti garantiamo una consulenza ed un’assistenza individuale.
Lo abbiamo fatto da sempre e con buon successo, soprattutto nelle piccole aziende dove la notevole varietà dei prodotti e l’alta flessibilità richiedono particolari accorgimenti, sempre più collegati ad un costo concorrenziale.

mercoledì 22 giugno 2016

Le piccole falegnamerie …. 3° di 3 post


Ci siamo lasciati dicendo …. come si possono ottenere risultati importanti!

Niente è facile e le cose richiedono anche un po’ di tempo, però è possibile raggiungere importanti risultati.
Sempre se le piccole aziende …. diventano grandi!
Si, proprio così, perché è principalmente una questione di metodo. Ed il metodo è sempre lo stesso, qualunque cosa si produca e oltre la dimensione.
Innanzitutto deve essere ripensata la falegnameria che dovrà essere PERSONALIZZATA, COME LE ESIGENZE DELLA SUA CLIENTELA!
Ben sappiamo che il mercato richiede un’estrema personalizzazione, quindi se valutiamo
la storia del mercato, noteremo che:

UNA VOLTA ERA       PRODUZIONE DI MASSA  

POI VENNERO   LE MODIFICHE ANNI ‘70

QUINDI NACQUE       LA PRODUZIONE FLESSIBILE

OGGI DOBBIAMO AVERE
> la massima soddisfazione del cliente
> il prezzo di vendita opportuno
quindi:
> le attrezzature devono essere flessibili e collegate in rete
> i cicli di produzione brevissimi
> pochi operatori svolgono più lavori contemporanei
> la conoscenza viene diffusa nel gruppo di lavoro
> l’imprenditorialità è diffusa e di più larghe visioni
ciò permette
> il giusto profitto per il quale si lavora

Quindi, anche se la tecnica e la tecnologia aiutano, la falegnameria personalizzata, flessibile, produttiva ed economicamente positiva si forma solo con un’esatta ed accurata gestione.
Ciò porta a:
1 rivedere il layout per eliminare le improduttività
- definendo i cicli di lavorazione più idonei
- ottimizzando gli spazi
- semplificando le movimentazioni
- definendo le mansioni del personale
- prevedendo futuri ampliamenti
- ricercando le attrezzature più idonee alle necessità
- verificando gli ammortamenti

2 analizzare tempi e metodi per ridurre i costi di lavorazione
- eliminando operazioni superflue, recuperando economicità
- migliorando l'utilizzo delle risorse (uomini e macchinari)

Impostare un sistema di programmazione e analisi dei costi perché l’azienda si fonda sugli utili e la rende forte e propositiva.
Dal controllo dei costi si può gestire la lavorazione, mantenendo gli utili prefissati.

3 controllo dei costi di produzione
- la composizione dei centri di costo collegata ai dati di bilancio e ai tempi di
   lavorazione, definisce il costo orario.
4 fabbisogno economico
- il controllo del fatturato periodico semplifica le procedure di messa in lavorazione
  e conferisce certezza di risultato.

Infine una grande cosa per chi produce “su misura”: lo sviluppo di un preventivo!
5 con specifici software, anche in 3D, debitamente compilati, è calcolabile il costo di produzione per ogni articolo.
Quindi il valore non sarà più costruito, ma reso da calcoli matematici, quindi utilizzabile anche per forme preventive.
- la progettazione unita ai cicli operativi e ai tempi previsti fornisce un valore di
   riferimento per il costo di lavorazione
- la definizione del punto di pareggio, assieme all’organizzazione della lavorazione,
   rende possibile predefinire gli utili.

L’ottimizzazione potenziale delle piccole aziende, ricche di spirito imprenditoriale, umili e capaci sia di pensiero strategico che di esecuzione, può trasformarsi in attività ben  remunerativa.
E, come diceva un mio maestro 40 anni fa …. se oggi fai crescere le piccole, domani ne avrai tante grandi!

venerdì 10 giugno 2016

Le piccole falegnamerie …. 2° di 3 post



Ci siamo lasciati dicendo che …. le cose sembrano semplici, ma seppure non sia così….lo possono diventare!

Bene vediamo in 4 punti fondamentali, come si possono ottenere risultati importanti.
bisogna diventare un po’ più venditori  
(non si può fare tutto, ma, sapendolo presentare, si può vendere)
bisogna saper fare bene i conti ed i preventivi  
(conoscere i costi di produzione – quindi saper simulare i cicli operativi – avere e saper utilizzare un adeguato software per la progettazione e la preventivazione)
bisogna saper gestire l’azienda, sia nei costi che nella lavorazione
(gestire metodi e tempi per ogni fase di lavoro e, principalmente, rispettarli  durante la lavorazione)
bisogna avere una mente elastica, conoscenze e larghe vedute
(avere la curiosità ed il tempo per partecipare a fiere del settore, conoscere strumenti e materiali alternativi, saperli proporre al cliente)
bisogna avere non solo fornitori, ma partners
(per il fornitore siamo un cliente, per il partner uno stretto collaboratore con il quale dividere difficoltà e successi)
Tutto questo sviluppa un sistema che rende la “piccola falegnameria” gestita, così come viene fatto nelle grandi dimensioni di azienda.
Se tutti i punti sono importanti, quelli fondamentali sono il 2°, il 3° ed il 4°.
Esaminiamo i motivi di questa affermazione:

punto 2°
specialmente per coloro che lavorano “su commessa” è fondamentale la conoscenza dei propri costi, infatti, molto spesso ci troviamo a parlare di “piano dei costi analitico” come se fosse una cosa nebulosa e che ognuno fa a modo proprio.
Eppure non è difficile.  Ma non basta.  
Una volta creato si debbono conoscere i cicli produttivi e, pure in maniera orientativa, alcuni tempi di riferimento. Ciò allo scopo di individuare un ciclo di lavoro tra le varie macchine, quasi lo si facesse.
Con questo noto si debbono includere le movimentazioni, gli attrezzaggi, ecc. anche se improduttivi.

Non trascurabile la scelta e l’acquisto di un software (importante sia per la praticità che per la risultanza) che permetta la progettazione del mobile tramite un sistema di disegno e che caricato dei dati di riferimento (materiali, costi, tempi, ecc.) estrapoli i valori da preventivare.
Di questi oggi se ne trovano molti, ma la bravura di chi si interessa deve essere nell’individuare …. quello giusto!
Però, trovato, abbiamo fatto una grande cosa.

punto 3°
gestire tempi e metodi per ogni fase di lavoro è di per se cosa complessa e, farli rispettare durante tutta la lavorazione è ancora più difficile.
Nelle piccole aziende capitano spesso motivi d’interruzione (rappresentanti, clienti, fornitori, pagamenti in banca, ecc.) ed è facile distrarsi da ciò che si stava facendo.
Spesso, si dice, si recupera facendo un’ora in più la sera! O al sabato mattina!
Cosa sbagliatissima. Ciò che si è perso non si recupera più.
Ma allora che fare se viene qualcuno in azienda?
Semplice (non è vero, è difficile ma deve essere fatto), ci si organizza diversamente, si fissano appuntamenti in data prestabilita, si dedica qualcuno a ricevere fornitori e clienti (che mai devono andarsene scontenti!) ecc. ecc.
Ma quando si lavora….si lavora!
E se abbiamo un dipendente ancora più, sempre da tenere presente che e noi lo serviamo perché possa produrre di più e meglio!

Quindi mai distogliersi, perché è una cosa essenziale al mantenimento dei tempi previsti, quindi, in poche parole, del nostro utile!

punto 4°
la piccola falegnameria ha molti punti a sfavore, principalmente l’informazione, o meglio, il tempo per poter avere informazioni.
Spesso sono i rappresentanti che portano notizie, farebbe parte del loro mestiere …. magari un po’ condizionato dalle aziende rappresentate, ma sarebbe una giusta professionalità.
Però è innegabile che i molteplici interessi che riguardano coloro che fanno arredamenti completi coinvolge l’informazione su tantissimi punti: i materiali, i semilavorati, le colle, le vernici, la ferramenta, gli accessori e tute le loro alternative!
Costi, qualità, variabilità, fornitori, …. acquisto di prodotti finiti presso altre aziende (finestre di legno, legno alluminio, di pvc …. porte per interni, blindati e chissà quanto altro ancora).
Poi non parliamo di attrezzature, utensili, movimentazioni, macchinari e tutte le loro evoluzioni!
Ce ne sarebbe per farlo a tempo pieno.
Però avere la curiosità ed il tempo per questi aspetti, vuol dire conoscere alternative e ciò porta a saperli proporre alla clientela; cosa che altri non possono fare perché non hanno il tempo!
Quindi trovare il tempo per la propria informazione è importante (quale investimento personale che fa l’azienda) per avere una mente elastica e larghe vedute.

Una banalità: tutti conoscono le colle poliuretaniche, ma quanti espongono al loro cliente l’indispensabilità di usarle nei mobili da cucina, da bagno o da esterno?
E se anche costano un po’ di più, quanti si domandano con quale margine le possono vendere?
Quanti si domandano l’importanza della qualità che possono dare al cliente?
E, ultima cosa per il momento, quanti si domandano quanto tempo abbiamo risparmiato in quella fase grazie all’essicazione immediata?

Nel prossimo Post Vi diremo un’altra piccola cosa!

martedì 17 maggio 2016

Le piccole falegnamerie …. 1° di 3 post


In Italia ci sono migliaia di medio piccole falegnamerie, aziende che producono un po’ di tutto, dai mobili alle finestre, alle porte e tutto “su misura”!
Dare questo servizio implica la conoscenza dei materiali, notevoli esperienze produttive, estro creativo e tanto …. sacrificio!
Per queste aziende la produttività e l’efficienza sono caratteristiche quasi istintive, ma impegno e buona volontà oramai non bastano più.
I tempi cambiano e quei punti di successo, tipici dell’estro e della imprenditorialità, oggi non bastano più e non basta acquistare macchine per cambiare, adesso serve lavorare con nuovi metodi …e quindi, ancora una volta, bisogna ripensare l’azienda!
E allora come dovrà essere la falegnameria?
Semplicemente PERSONALIZZATA, COME LE ESIGENZE CHIESTE DALLA CLIENTELA!

Oggi tecnologia e tecnica (ed un po’ di commerciale) possono rendere più facili i cambiamenti.  E se di metodi nuovi si parla, quali sono le soluzioni possibili? Esaminiamo un po’:
Arredamento
a i mobilifici ed i rivenditori di mobili sono praticamente scomparsi in ogni regione d’Italia e i rimasti lavorano solo per la grande distribuzione (Ikea, Mercatone, ecc.).
Unici sopravvissuti del settore sono gli arredatori.
L’arredatore sa fare un po’ di tutto: cucina, camera, bagno, porte ecc.
b la clientela si rivolge spesso alla grande distribuzione per proposte visibili a proprio gusto, con costi contenuti ed un’ampia gamma di arredi, talora di media e scarsa qualità, ma sempre suggeriti da personale competente e convincente.
In questo caso, la personalizzazione si basa sul 95% di standard (anche se non si dice, ma è così perché il prezzo non giustificherebbe alternative) ed il 5% non “su misura” ma adattato o convincemente eluso.
Solo gli arredatori possono proporre soluzioni al 100% personalizzate e volendo di alta qualità.
c chi ammoderna un ambiente se non tutta la casa, si trova spesso a che fare con i costi sempre più elevati. E qui la grande distribuzione la fa da padrona!
Gli arredatori devono imparare non a competere, bensì a dare a costo ragionevole qualità e servizio superiori.
Pensiamo che da Ikea il trasporto ed il montaggio hanno costi alti e poi, se il muro è fuori squadra … te lo tieni!
d se la grande distribuzione ha costi contenuti (ed è così) gli arredatori debbono imparare a …. costare il giusto!
Ma giusto non è fare “carte false”, ma imparare a gestire i proprio costi, visto che il mercato non è più disponibile a particolari ricarichi e gli utili vanno trovati all’interno della propria azienda!
Porte e finestre
e è un discorso più particolare in quanto, mentre la porta fa spesso parte dell’arredo,  la finestra è un oggetto tecnico e che non coinvolge solo il gusto, anzi!
I clienti sono sempre più, giustamente, preparati.
f oggi si trovano porte di ogni tipo, tamburate, a profilo, con vetri, ecc.,  rivestite con carte melaminiche, verniciate, laccate…ecc. tutto sommato a buon mercato.
Spesso e seppure personalizzate, vengono consegnate in brevissimo tempo.
Anche i costi d’acquisto non incidono particolarmente sul totale dell’investimento.
Che siano acquistate (e sarebbe ragionevole nell’economicità d’impresa) o meno, gli arredatori possono plagiarsene ed includerle nella fornitura.
Spesso soddisfacendo il cliente con un’unica fornitura e responsabilità.
g non è la stessa cosa per le finestre che richiede caratteristiche tecniche superiori, sia sulla zona climatica, l’esposizione, la rumorosità, e via  dicendo.
Pur sempre nell’ottica di fornire servizio e di essere unico responsabile, se non produttore, l’arredatore può dire la sua, suggerendo un prodotto consono e tecnicamente opportuno.
Alla luce di questo piccolo e superficiale esame, si evidenziano quattro punti importanti
per la falegnameria:
1 saper tranquillizzare e soddisfare il cliente con argomentazioni diverse dalla grande distribuzione e, senza dubbio, più tecniche.
2 comprendere cosa vuole il cliente e la sua disponibilità economica.
3 saper fare un giusto preventivo, cosa non semplice visto che parliamo di forniture “su misura”
4 e se il cliente ci da conferma …. saper contenere i costi di lavorazione!

Così detto le cose sembrano semplici, ma seppure non sia così….lo possono diventare!

Nel prossimo Post Vi diremo la nostra!

venerdì 8 aprile 2016

La storia del mercato

UNA VOLTA ERA COSI’    =    PRODUZIONE DI MASSA
> Elevata standardizzazione del prodotto
> Qualità conforme alle specifiche
> Tecnologie di processo rigide
> Cicli di produzione lunghi
> Scarsa conoscenza
> Gerarchia formalizzata
> Margini limitativi di creatività
> Economie di scala
> Profitto a breve termine

POI  =     MODIFICHE ANNI ‘70 
> Accresciuta turbolenza dei mercati
> Incremento del terziario
> Nuove tecnologie

QUINDI NACQUE       =       LA PRODUZIONE FLESSIBILE 
> Elevata diversificazione
> Qualità per soddisfare il cliente
> Tecnologie flessibili
> Cicli di produzione breve
> Lavoro in gruppi
> Diffusione della conoscenza
> Gerarchie informali
> Economie di scopo
> Profitto a medio termine

OGGI
> Estrema personalizzazione
> Importanza della qualità della vita
> Massima soddisfazione del cliente
> Tecnologie flessibili in rete
> Cicli di produzione brevissimi
> Auto – formazione dei gruppi di lavoro
> Conoscenza diffusa in tutto il gruppo di lavoro
> Gerarchia autonoma
> Imprenditorialità diffusa
> Profitto a medio termine

E POI DICONO CHE E’ FACILE!

lunedì 21 marzo 2016

Come migliorare la produttività in Ufficio Tecnico

link immagine
Da tempo evidenziamo la necessità di un “Responsabile di Produzionecon specifiche funzioni gestionali, sia nell’organizzazione che nella lavorazione.
Questa figura, in base alle dimensioni dell’azienda, si avvale di un Ufficio Tecnico/Programmazione o, come spesso accade, lo è in prima per persona.
Poiché le sue funzioni richiedo molto impegno, quest’ufficio deve essere ben organizzato, sistematico e veloce.




Come esempio possiamo citare ciò che abbiamo vissuto recentemente con un nostro cliente.
L’azienda è una falegnameria per porte interne che lavora “su commessa” e con consegne giornaliere.

Le caratteristiche di base erano:
> produzione di circa 130 – 150 porte finite al giorno
> previsione a 2 – 3 anni per il raddoppio della produzione e un sensibile aumento della modellistica
> 2 magazzinieri e 6 operai
> ……modelli tra tamburati e intelaiati
> ……tipologie di colori e verniciati

L’azienda attualmente lavora in un’unica regione e consegna con propri mezzi a breve termine, rispettando un calendario settimanale fisso ed elaborato per provincia.

Una grande difficoltà si presenta nell'organizzare le consegne in quanto le rivendite ricevono il prodotto finito e si fanno onere dello smistamento di consegna, mentre i clienti diretti vanno contattati telefonicamente per assicurarsi la presenza e la disponibilità di ricevimento.
Nel caso delle rivendite, spesso accade che manchi il titolare o che non possano ricevere la merce perché il cliente finale non è pronto o perché debbono abbinare loro prodotti e magari non sono ancora stati fatti o, addirittura, perché non in grado di fare il pagamento pattuito, ecc. ecc.

L’Ufficio Tecnico è quindi il primo reparto produttivo, dove i modelli definiti con il cliente, vengono trasformati in ordini esecutivi, sia per l’approvvigionamento dei  componenti, che per tutte le fasi di lavoro.

Nel caso specifico, le due persone dell’ufficio tecnico coinvolte in queste funzioni, incontrano difficoltà oggettive nel maneggio delle molte schede e serie difficoltà di dialogo con il magazzino ed i reparti.
Inevitabile, anche per la difficoltà di consegna, il dispendio di tempo sia dei tecnici che del Responsabile, per non menzionare l’ampia frequenza di errori causati dalla continua fretta.
Quale unica soluzione, al momento e per il programma futuro, si è deciso di espandere e completare il software organizzativo esistente…… che peraltro non è niente male.
D'altronde la falegnameria al momento è piccola per acquistare un sistema ERP, ma le necessità motivano urgenti decisioni per velocizzare le procedure e dare certezze alla lavorazione.  E così si è fatto.

Con il software opportunamente ampliato, accettando che i materiali siano presenti nei minimi di scorta, oggi, gli ordini confermati e completi delle caratteristiche richieste vengono automaticamente archiviati in una cartella elettronica dalla quale, filtrandoli per zona e settimana di consegna, danno immediatamente l’elenco di quelli prioritari.
Inoltre l’immediata visualizzazione di:
> importo totale in €
> il numero delle porte corrispondenti
> il numero degli scarichi previsti
> la disponibilità dei reparti a poterle lavorare,
permette ai tecnici di accettare o variare tale programma

Se il prospetto è accettato, con un semplice flag, contemporaneamente vengono emesse le distinte di prelievo e le informazioni necessarie ai magazzinieri.
Di conseguenza, tutti gli ordinativi, con l’inserimento nel piano programmato di produzione, sono trasformati in schede di lavorazione per ogni postazione.

Con queste modifiche abbiamo ottenuto che l’ufficio tecnico raggiunga gli obiettivi di:
1. fare in modo che le informazioni arrivino complete e dettagliate, evitando  ulteriori richieste d’informazioni che frammentano il lavoro e allungano il processo
2. munire l’ufficio tecnico di una check-list per il controllo finale evitando possibili rilavorazioni
3. conoscere e monitorare di continuo la coda dei lavori da programmare e la produttività di ciascun tecnico
Ciò consente la definizione di un target di coda massima ammissibile, stimolando il ritmo di evasione degli ordini

Quindi:
al punto 1
si è cercato di migliorare le informazioni di input, attivando un sistema informativo per raccogliere velocemente i dati iniziali garantendo il completamento senza inutili interruzioni per precisazioni o documenti mancanti.
Ne è scaturito un modulo di “check-list nuovo lavoro” che il Commerciale o il Cliente stesso hanno il compito di redigere ed allegare ad ogni fascicolo tecnico.
Il modulo prevede la conferma d’ordine dell’ufficio tecnico per l’accettazione ed avvio alla lavorazione.

al punto 2
in condizioni di carico di lavoro elevato, è normale che anche un tecnico esperto possa tralasciare qualche dettaglio.
Tali dimenticanze possono inizialmente passare inosservate, ma sono “nodi” che “vengono al pettine” successivamente.
Le richieste di correzione/integrazione da parte della lavorazione causano inefficienze sia in ufficio tecnico (sospensione dei lavori in corso, riapertura del progetto vecchio, “setup mentale” etc.), sia in officina (per attesa delle informazioni, improvvisazioni, doppi prelievi, sciupi, ecc.).
Quindi costi inutili per l’azienda.
Si è quindi delineata una “checklist di lavorazione” come autocorrezione del lavoro svolto.
Con pochi minuti di riesame finale, si è risparmiato molto tempo successivo ed in questo caso, la qualità non solo non costa, ma crea efficienza.

al punto 3
un aspetto critico della gestione dell’Ufficio Tecnico era la coda di ordini in attesa di essere elaborati e che poteva superare anche i 100 ordini.
Ciò significava (nel mix tra lavori semplici e complessi) anche 2 settimane di lead time per la sola attività di elaborazione.
Un tempo non compatibile con le esigenze del mercato.
Per rendere evidente la coda, stimolare la produttività dell’Ufficio tecnico, è stato creato un semplice prospetto di gestione code e produttività.
Materialmente si tratta di un foglio dove ogni giorno ogni tecnico è tenuto a riportare:
le ore di presenza in azienda
le ore dedicate ad attività diverse dall’elaborazione degli ordini
il numero di progetti evasi nella giornata
Inoltre, uno dei due tecnici è stato incaricato di riportare giornalmente sul grafico l’entità della coda di progetti inevasi.
Così la coda degli ordini è passata dalla zona “rossa” (LT > 2 settimane) alla zona “gialla” (LT compreso tra 1 e 2 settimane), con l’obiettivo di rientrare nella zona “verde” (LT < 1 settimana).

Passo successivo: OEE 
L’efficacia di questo sistema potrà essere ancora migliorato introducendo una vera e propria misurazione dell’OEE (efficienza) di ogni progettista e dell’ufficio nel suo complesso. Questo richiederà di:
definire alcune categorie di progetti in base alla complessità;
associare un tempo standard di progettazione ad ogni categoria;
classificare ogni progetto appena “entra in coda” (assegnandogli una categoria e quindi un tempo standard)
rapportare giornalmente il tempo standard di ogni progettista (totale dei progetti evasi) con il tempo di presenza dedicato alla progettazione, ricavando così il valore di OEE: tempo standard versato/tempo di presenza
impostare un target di OEE (es. 85-90%) e pubblicare giornalmente il valore effettivo
affidare ad ogni progettista la dichiarazione delle “perdite”, ovvero dei problemi che hanno generato inefficienza
analizzare periodicamente le perdite e impostare azioni di miglioramento

Questo è quanto di più efficace possa essere applicato in una realtà di servizio come l’Ufficio Tecnico, sfruttando l’esperienza maturata nella lavorazione e adattandone metodi e strumenti.
In conclusione, esiste la possibilità concreta di impostare un percorso verso una produttività eccellente anche negli uffici e nei centri di servizio e non solo in produzione.