sabato 15 settembre 2012

Il fermavetro: piccolo componente, grande importanza!


Anche se sembra banale, è un argomento troppo sottovalutato. Lo diciamo anche ai nostri clienti e quindi vogliamo dirlo anche sul nostro blog. Spesso, sulle finestre in legno, si vedono listelli fermavetro (componenti della finestra che mantengono il contatto con il vetro e che servono per la sua sostituzione) fermati con spilli grossolani, talvolta sostituiti da viti, senza alcuna siliconatura o guarnizione. Non sempre i serramentisti o vetrai pensano che una finestra di legno, la più ecologica e longeva rispetto ad ogni altro materiale, è sensibile all'infiltrazione di acqua e della condensa e quindi alle muffe. La muffa porta ad un rapido degrado del legno e quindi la sua inevitabile fine.

La risoluzione del problema non è banale, inquanto: 
a)gli spilli non debbono avere testa (capocchia più larga dello stelo) e meglio se sono messi dalla parte interna del fermavetro.  In ogni caso coperti, con una giusta dose di stucco!
b)la siliconatura andrebbe sempre fatta, sia all’interno che all’esterno (ci sembra giusto sottolineare che esistono macchine automatiche per la siliconatura esterna/interna dell'infisso, con cambio colore automatico, ecc...) perchè protegge sia dall’acqua piovana che dalla condensa presente in molti locali come il bagno, la cucina, le camere, etc.                      
La difficoltà di formare ottimi cordoni e di entrare costantemente nella “gola”è complicata da poco idonei profili del legno o per frettolose spessorature del vetro o, ancora, da maneggiamenti dell'infisso scorretti.
c)la mancata adesione tra i listelli ed il vetro, dovuta a cause come la bombatura del legno, cattivo riposizionamento del vetro, umidità, etc.  è colmabile solo con una buona siliconatura o con una guarnizione.

Riteniamo sia più opportuna la siliconatura, perché continua sui quattro lati, elastica e non particolarmente usurabile.                            

Comunque è certo che la mancanza di questi accorgimenti, consente alla condensa l’infiltarzione all’interno del fermavetro dove stagnerà e creerà muffe.




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lunedì 10 settembre 2012

La posa in opera del serramento

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Spesso una falegnameria costruisce un ottimo prodotto finestra ma, una posa in opera sbagliata, lo rende relativamente buono.  

Logicamente questo capita anche ai prodotti di PVC e alluminio, ma nel legno questo lavoro, se non eseguito bene, crea qualche problema in più.

Vediamo perché...












Gli aspetti sono diversi:
1) i valori di trasmittanza ottimali, con una posa sbagliata, vengono alterati negativamente compromettendo la tenuta e l’isolamento
2) ne consegue uno probabile spreco nel calcolo del risparmio energetico
3) limita la durata della vita finestra, evidenziando la giunzione tra controtelaio, intonaco e telaio.                
Essendo questa la zona più a rischio (materiali diversi si dilatano in modo diverso), risulta essere la più soggetta alla fessurazione e alle infiltrazioni di acqua, umidità etc. che a loro volta causano muffe ed il marcimento del legno.

Lo spazio residuo tra controtelaio e telaio del serramento dovrebbe essere riempito con della schiuma poliuretanica permanentemente elastica (sopra al 25 – 30%) e necessaria ad assorbire i movimenti dei diversi materiali, oltre al riempimento dei giunti di raccordo, alla sigillatura e all’isolamento termoacustico.
La preparazione dei fori finestra, con cappotto esterno, necessita di accessori per evitare qualsiasi ponte termico.
Altro punto importante è costituito dal davanzale per il quale è opportuno evitare la forma passante realizzando un semplice taglio termico, anche con un listello in legno sigillato alle due estremità, dove tocca il controtelaio, con del nastro di butile.        

Per le attuali regole di certificazione e per ovviare ai problemi di una discutibile installazione, molte aziende dovrebbero orientare i posatori a seguire corsi di qualificazione professionale per installatore certificato; corsi altamente professionali anche per l’immagine dell’azienda. 
                                                                               
Alcuni link di buone scuole per ottimi corsi di formazione per la posa ed orientati a installatori, tecnici, titolari, rivenditori, etc.…e non solo questi:                
Consorzio Legno Legno         a Correggio, Reggio Emilia
Agenzia casa clima              a Bolzano
Maico posa                        a San Leonardo, Bolzano.       

giovedì 6 settembre 2012

Movimentazioni in falegnameria. Rulliere o altri sistemi?

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Molto spesso ci capita di visitare falegnamerie che muovono tutti i pezzi lavorati con “barelle” e transpallettes  facendo pile di pezzi sovrapposti particolarmente elevate, oppure (un po’ meglio…) con carrelli su ruote.

Ci chiediamo sempre perché non inseriscono delle semplici rulliere!
La risposta è sempre la stessa: “siamo abituati a fare così, i nostri prodotti sono particolari e non si possono muovere diversamente, sono ingombranti e poi….cosa volete che cambi?”
E a noi, sentendo queste parole…… ci viene il solito mal di testa!








Proviamo ad analizzare vantaggi e svantaggi:
La rulliera è un sistema studiato appositamente per semplificare le movimentazioni, per ridurre gli affaticamenti ed i tempi di spostamento, spesso, anche il numero delle persone dedite alla movimentazione interna.
La rulliera ben definisce le aree di servizio e deposito in zone squadrate, ordinate e di facile verifica per coloro che fanno (o dovrebbero fare!) il controllo di avanzamento dei processi.
Certamente la rulliera è un vincolo, inquanto ingombro fisso a terra, ma obbliga inconsciamente gli operatori ad essere precisi e a sfruttare gli spazi in maniera proficua.
La rulliera può essere bassa, alta, elevatrice, rivestita, curva, spezzata, traslabile, girevole, inclinabile, folle, frenata, motorizzata …….e può essere personalizzata in base alle esigenze.  
La logica di queste movimentazioni, aumenta notevolmente la sua importanza, se legata ad uno studio sui carrelli o contenitori, adeguati al trasporto dei materiali.

Inserire delle rulliere all’interno di una fabbrica è, però, una procedura che deve essere calcolata in un progetto ben più ampio.  Devono essere esaminati i cicli di lavoro, gli spazi necessari, gli scorrimenti ideali dei flussi dl materiale, la logica di riconoscimento, ecc...
Tutto questo, che fa parte del nostro lavoro, è la parte più importante che, se ben fatto, PERMETTE RECUPERI ECONOMICI NOTEVOLI.

E voi, cosa ne pensate?