Giornale

Vi proponiamo di leggere ciò che, sfogliando articoli di giornale, riviste, libri ed altro ancora, rimane impresso nella nostra mente.  Riteniamo opportuno condividere queste conoscenze con tutti Voi...aggiungendo alcune nostre conclusioni!





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“Smart Wall”, realizzata dall’azienda italiana specializzata nella progettazione e costruzione di case in legno su misura “Mba green build”, di Almenno San Bartolomeo, un paesino racchiuso fra il Brembo e l’Adda, a una decina di chilometri da Bergamo, è una parete intelligente, rigorosamente “green”, in grado di offrire sicurezza domestica e risparmio energetico. Il progetto è assolutamente innovativo, destinato a rivoluzionare il mercato poiché, da elemento strutturale e d’arredo, il muro diventa un dispositivo funzionale, in grado di migliorare il benessere di coloro che abitano l’appartamento. Integrandosi perfettamente con l’interno della casa, l’innovativa parete in legno, ipertecnologica ed ecosostenibile, è dotata di una complessa rete di sensori ambientali, in grado di monitorare possibili vibrazioni nel sottosuolo (sismi), riconoscere quando una persona, colpita da malore, cade a terra o se qualche ladro si introduce nell’appartamento, inviando messaggi d’allarme acustici e digitali a vari dispositivi mobili, tra cui quelli dei Vigili del fuoco e della Protezione civile. Importante è anche la sua applicazione in ambito sanitario, nella telemedicina.
SMART WALLBasta, infatti, appoggiare una mano sulla parete, per far rilevare il proprio battito cardiaco ai sensori, permettendo agli operatori sanitari di monitorare lo stato di salute di un paziente. Si tratta di un tipo di parete attiva, realizzata con materiali dalle proprietà piezoelettriche e da sensori che monitorano i consumi di un edificio, le eventuali dispersioni di calore o i sovraccarichi di tensione; un muro intelligente che interagisce direttamente con le diverse dinamiche ambientali della casa, trasformando l’energia meccanica (temperatura, pressione, vibrazioni ecc.) in elettromagnetica; inviando degli input ad un convertitore analogico-digitale dove un apposito software interpreta e classifica i dati. Il muro intelligente ‘Smart Wall’ che sfrutta le proprietà del legno, materiale naturale e non inquinante, è davvero versatile, potendo trovare applicazione non solo nelle abitazioni, ma nelle scuole, negli ospedali, negli edifici commerciali e nei luoghi lavorativi. Attualmente, esso è in fase di progettazione, sposandosi brillantemente con le ultime tendenze nel campo della bioedilizia, ma i ricercatori assicurano che tra non molto dovrebbe essere pronto per la fase industriale




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    Ecco un quesito che spesso si pone chi sta valutando di sostituire le vecchie finestre con nuovi serramenti a risparmio energetico. In questo breve articolo, noi di V8 Serramenti cercheremo di fornire una risposta completa e facilmente verificabile.

    Il legno è un materiale vivo, che interagisce con l’ambiente circostante e che va difeso dall’aggressione di elementi naturali come il sole, l’acqua e l’umidità, gli sbalzi di temperatura, l’inquinamento atmosferico, i funghi e le muffe.
    Sono molti coloro che non vogliono rinunciare all’estetica del legno, al calore del suo aspetto, e talvolta persino alla caratteristica fragranza che esso emana. E così, gli aspetti positivi dei serramenti in PVC (plastica) o in alluminio spesso passano in secondo piano rispetto al gusto del classico.
    D’altro canto, è proprio il movimento naturale insito in questo materiale dalla storia millenaria che sta alla base della tecnologia a listelli (legno lamellare), un sistema moderno che annulla le problematiche relative alle cosiddette “correnti interne” del legno oltre, ovviamente, ad escludere la presenza di nodi (visibili invece nel legno massiccio) che potrebbero provocare assestamenti della struttura oppure disturbare l’estetica (nel caso di colori chiari).
    Di fatto, le finestre e portefinestre in legno di nuova realizzazione sono progettate con criteri moderni e con una tecnologia d’avanguardia, non solo per quanto concerne la selezione, il taglio e la sagomatura del legno, ma anche per ciò che riguarda la superficie dell’infisso una volta costruito. La verniciatura, infatti, è un passaggio d’importanza capitale nella finitura del serramento nell’edilizia residenziale. V8 Serramenti si affida a un’azienda specializzata, attiva dal 1980, che utilizza prodotti di marca leader nel settore con certificati europei, fra cui Adler.
    Il risultato è una verniciatura ad alta resistenza ottenuta mediante il consolidamento dello strato superficiale del legno: i pigmenti del colore rimangono adagiati nello strato superiore di resina; tale resina penetra nella cellula stessa del legno e rinforza la struttura e i legami molecolari della lignina (che è un costituente dell’essenza del legno, secondo per abbondanza solo alla cellulosa).
    Le resine impiegate nel processo di verniciatura formano una pellicola compatta che è in grado di migliorare l’impermeabilità dello strato superficiale di colore, e allo stesso tempo si lega saldamente allo strato di impregnante.
    Inoltre, le molecole della finitura (cioè il colore vero e proprio) sono strutturate chimicamente per sfruttare l’essiccazione al fine di rinforzare i propri legami con gli altri strati, andando così a costituire una pellicola pressoché impermeabile che però consente ancora la migrazione delle molecole di vapore. E così il legno “respira”.
    Ma quanto costa una tecnologia così avanzata? V8 Serramenti propone la verniciatura a “Adler HighRes”, garantita 10 anni, con un piccolo sovrapprezzo sul costo di listino del serramento, ossia pari a 15,00 Euro per metro quadrato di serramenti… salvo concederla come omaggio in fase di trattativa.
    Tutto questo non elimina, comunque, la necessità di una manutenzione ordinaria del serramento in legno; nulla di paragonabile a quanto avveniva in passato, con infissi da carteggiare e riverniciare ogni anno o quasi. Assolutamente, non si parla di questo. È più che sufficiente, dopo due o tre anni dall’installazione, stendere una pennellata del cosiddetto “olio danese” su finestre e portefinestre al fine di proteggere la superficie del legno per i successivi due anni. Questo prodotto è sostanzialmente un rigenerante oleo-resinoso specifico, facilmente reperibile presso i normali colorifici (V8 Serramenti lo può fornire su richiesta o anche come omaggio).
    Quindi, per trarre le conclusioni: non è vero che le nuove finestre in legno richiedono molta manutenzione. È vero che in taluni casi (specie in situazioni di particolare esposizione agli agenti atmosferici) possono richiedere una certa cura, però non si tratta mai del tipo di manutenzione e lavorazione di cui avevano bisogno i vecchi serramenti.
    E allora: per chi ha il gusto del classico, il serramento in legno rimane ancora un’ottima opzione. Senza dimenticare che, con lo sconto fiscale del 65% (detrazione IRPEF del 65%) per infissi a risparmio energetico realizzati con vetrocamera isolante, il vantaggio sarà notevole e l’investimento si potrà recuperare in pochi anni.
    Ma a parte questi ragionamenti, quanto costa cambiare le finestre? Quali sono i prezzi dei serramenti nuovi? La risposta è una sola: chiedere un sopralluogo e un preventivo gratuito e valutare accuratamente le varie offerte e possibilità.

    Per ulteriori informazioni:
    V8 Serramenti - Poncarale (BS)
    Tel: 030/2701331 - 335/349917
    Fax: 030/6399210
    Internet: http://www.serramenti-brescia.com
    Facebook: http://facebook.com/serramentieinfissi.brescia
    Twitter: https://twitter.com/serramentiporte



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    "La finestra del futuro sarà quella in grado di combinare elevate caratteristiche prestazionali e di sicurezza, ad un livello di automazione che ci faccia sempre più pensare ad una chiusura intelligente e accessibile".


    L' ing. Lorenzo Lafronza, Direttore Tecnico di MasterLAB, mette in evidenza come gli infissi nei nuovi scenari costruttivi, saranno sempre più automatizzati e intelligenti.

    "WiCloud - Window Interactive Control",infatti, è stato, realizzato anche per integrarsi perfettamente con tutti i moderni dispositivi di home automation disponibili sul mercato.

    Le versioni presentate sono:
    WiCloud A/R, l'anta ribalta azionabile in remoto con telecomando o mediante l'integrazione ad apparati domotici con altre tipologie di comandi (sms o sistemi a tempo). Il meccanismo è dotato di sistema aggancio-sgancio brevettato;
    WiCloud per apertura motorizzata a vasistas in versione con controllo remoto o a pulsante.

    L'automatismo completamente a scomparsa è composto, in sintesi, da un elettro-serratura meccanica che aziona la ferramenta perimetrale ed un attuatore a catena che realizza l'apertura a ribalta.
    L'elettroserratura meccanica con il suo sistema di ferma-anta/trascinamento muove la ferramenta nella posizione richiesta: ribalta per areazione (sgancio parziale dei punti di chiusura) o battente (sgancio totale dei punti di chiusura), utile soprattutto per consentire le operazioni di pulizia delle superfici vetrate.

    WiCloud è un sistema installabile anche senza l'ausilio di un esperto in sistemi domotici. Le motorizzazioni a scomparsa vanno inserite nella sezione del profilo telaio, e seppur di ridottissime dimensioni, il montaggio è consentito solo su infissi con telaio maggiorato o comunque con una tubolarità tale da poterne contenere gli ingombri (tubolare minimo 29 mm).

    "WiCloud A/R unisce tutte le caratteristiche prestazionali e di sicurezza dell'anta-ribalta Duepuntozero alle nuove potenzialità offerte dalla tecnologia" ha aggiunto l'ing. Lafronza. "Sul sistema è, infatti, possibile installare tutti i punti di chiusura della classica A/R ottenendo così prestazioni elevate nei test di permeabilità (aria, acqua, vento) per la marcatura, e riguardo alla sicurezza, uno speciale meccanismo di sblocco rapido consente di effettuare l'apertura di emergenza".



    12/02/2014     
    Cambiare per non morire

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di GIAMPIETRO VECCHIATO. Il cambiamento è il solo elemento rimasto costante all'interno di qualsiasi contesto aziendale. La capacità di saperlo governare è perciò diventata una competenza imprenditoriale fondamentale: l'essenziale è scartare quello che ingombra il nostro campo visivo e non ci permette di vedere con la giusta lucidità, impedendoci così di comprendere a fondo ciò che stiamo guardando. Come per "ascoltare" non basta sentire, così per "vedere" non basta tenere gli occhi aperti: solo dopo aver valutato le diverse opzioni che si sono presentate, si può passare all'azione.

La gestione di una fase di cambiamento richiede molta attenzione, soprattutto verso la comunicazione, la comprensione del contesto e la ricerca di soluzioni creative che stimolino in qualche modo la partecipazione e l'attivazione personale.
In generale ogni cambiamento può essere analizzato facendo riferimento a due aspetti: che cosa nello specifico sta cambiando e come ottenere il superamento di quel senso di vuoto che deriva dalla perdita delle vecchie abitudini: quest'ultimo è un elemento importantissimo e i cambiamenti che hanno avuto maggiore successo sono quelli che ne hanno tenuto conto.

John P. Kotter (2003), uno dei massimi esperti sul tema, afferma che chi vuole ottenere un cambiamento deve innanzitutto eliminare atteggiamenti di autocompiacimento, immobilismo, irrigidimento ed esitazione.

Bob Adams (1997) individua invece i cinque fattori che facilitano il cambiamento nelle aziende e nelle organizzazioni. Il primo di essi è la creazione di un clima interno di apertura e di comunicazione, che si ottiene condividendo a livello generale le decisioni che l'azienda sta assumendo: si creerà così un rapporto di fiducia, elemento fondamentale nel processo di cambiamento. È necessario poi cercare di agire nella maniera più obiettiva possibile: presentare e spiegare le motivazioni che hanno portato alla necessità di cambiamento, mettendo in risalto i benefici che questo apporterà ad ognuno. Il terzo atteggiamento è contraddistinto dalla sensibilità e attenzione alle interpretazioni soggettive e alle reazioni emotive di tutto il personale. Il cambiamento potrebbe infatti comportare lo scardinamento della routine quotidiana, la perdita di qualcosa che è molto personale ed importante per il singolo. La capacità di saper incoraggiare lo sviluppo di prospettive alternative è invece il quarto aspetto: questo stimola il personale ad avere un atteggiamento aperto, entusiastico e positivo verso la trasformazione stessa. Il quinto invece è legato alla "pazienza" e alla gestione dell'attesa, ossia la capacità di dare tempo alle persone per assimilare il cambiamento ed abituarsi alla perdita di ciò che prima era familiare. Generalmente, infatti, le persone non sono contrarie al cambiamento in sé, ma alla sua imposizione.

Se il cambiamento risulta così azzardato e le reazioni ad esso così varie e "pericolose" per l'organizzazione, come gestire e programmare questo processo? Come aiutare le persone a vincere "la paura del cambiamento"?

Kotter individua otto fasi per la realizzazione di un cambiamento corretto e pianificato:
1. Creare un senso di urgenza, ovvero portare le persone a dire "dobbiamo fare qualcosa", riducendo e l'autocompiacimento, la paura e l'ira che bloccano sul nascere il cambiamento. Evitare di gridare "al lupo, al lupo"!
2. Costruire e mettere assieme un gruppo di attori che possiedono le caratteristiche adatte e il potere necessario a dirigere lo sforzo di cambiamento.
3. Creare una visione adeguatamente motivante, in grado di orientare lo sforzo. Aiutare il team-pilota a sviluppare strategie audaci, per trasformare le visioni audaci in realtà.
4. Comunicare per ottenere il consenso attraverso messaggi chiari e credibili sulla direzione del cambiamento, arrivando così alla creazione di un consenso sincero e concreto, che si manifesta nel modo di operare del personale a tutti i livelli. Usare le parole, i fatti e le nuove tecnologie per sbloccare i canali di comunicazione e vincere la confusione e la sfiducia.
5. Consentire l'azione individuale attraverso l'empowerment. Rimuovere le barriere che ostacolano chi ha accettato con convinzione la visione e le strategie; eliminare gli ostacoli, in modo che queste persone possano operare diversamente e vivere il cambiamento come responsabilità e obiettivi personali.
6. Generare una serie di successi in tempi brevi, in modo da attenuare il cinismo, il pessimismo e lo scetticismo. Fare in modo che i successi siano visibili, privi di ambiguità, che tocchino le corde più sensibili del personale ma soprattutto che vengano opportunamente celebrati.
7. Non mollare la presa. Aiutare le persone a creare più ondate successive di cambiamento, finché la visione diviene realtà. Non permettere che il senso di urgenza venga meno e non eludere le parti più difficili della trasformazione.
8. Fare attecchire il cambiamento. Fare in modo che i collaboratori continuino ad operare con modalità nuove, nonostante il peso della tradizione, radicando quel comportamento in una cultura organizzativa ridisegnata.

Questo modello è applicabile sia al macro-cambiamento, da generare a livello di sistema azienda e di architettura generale di un'organizzazione, sia ai micro-cambiamenti da attivare nelle singole divisioni o unità operative.
Concludendo, il cambiamento, in qualsivoglia ambito professionale, aziendale o della pubblica amministrazione, mette in moto soprattutto l'acquisizione di competenze nuove, più che la meccanica trasmissione di nuove conoscenze e informazioni. Per questo l'impresa/organizzazione deve essere consapevole che ogni cambiamento implica una "discontinuità" rispetto al passato ed è per questo che è fondamentale creare un "ambiente" che ne riduca l'impatto. -






sito provenienza
Avere a disposizione un esercito di migliaia di osservatori che monitorano i punti vendita è il sogno di ogni imprenditore. Che adesso può affidarsi a Roamler - una app ideata in Olanda e da poco sbarcata in Italia grazie a Doxa – per ottenere indagini di mercato rapide, capillari e a basso costo.
Il principio è semplice ed è quello dei "mistery client": sfruttare i clienti (abituali e non) per saperne di più sul proprio prodotto, sui propri negozi e sui propri competitor. In questo caso, però, l'utilizzo della app rende tutto più facile e addirittura divertente.

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  • 15/01/2014     Dall'accordo Marriott-Ikea nasce Moxy Hotels

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      Si chiama Moxy Hotels e debutterà a Milano il nuovo brand con cui Marriott fa il suo ingresso europeo nella fascia low cost grazie a un accordo con Ikea. Il primo hotel con questo marchio aprirà nel capoluogo lombardo nei primi mesi del 2014 e a occuparsi della proprietà sarà una delle controllate del Gruppo Ikea, Inter Hospitality, mentre la gestione delle strutture sarà data in franchising a Nordic Hospitality, un operatore alberghiero che gestisce giù numerosi hotel a brand Marriott in Scandinavia. L'accordo non prevede un coinvolgimento diretto del brand Ikea, ma piuttosto la fornitura a Marriott, da parte del gigante dell'arredamento, del know-how sulle nuove tecniche di costruzione per ridurre le spese di realizzazione. 

      L'obiettivo è evidente: rivolgersi ai viaggiatori di nuova generazione, per i quali lo stile contemporaneo è fondamentale, così come fondamentale è il contenimento del budget. Una vera e propria svolta per il colosso americano, nelle parole del presidente e CEO Arne Sorenson: "Ogni aspetto dei nuovi hotel" spiega "è studiato per venire incontro alle aspettative di questo segmento di clientela in rapida crescita, riflettendo il mutamento in atto degli stili di vita. In questo senso crediamo che Marriott possa fare da apripista nella ridefinizione dell'esperienza tradizionale dell'hotel economy in tutta Europa".

      Le strutture Moxy avranno tra le 150 e le 300 camere, che saranno funzionali, con servizi da bagno di alto livello, grandi televisori a schermo piatto e porte USB all'interno di ogni presa a muro; non avranno, tuttavia, i mobili o il design tipico di Ikea. 

      I Moxy Hotels metteranno a disposizione dei propri ospiti anche spazi meeting Plug and Meet con sedili ergonomici, writing wall di grandi dimensioni e schermi a 56 pollici per la proiezione di presentazioni. In tutti gli albergi sarà inoltre disponibile la connessione wi-fi gratuita. 

      Ambizioso il piano di espansione, che nel prossimo decennio prevede di raggiungere un totale di 150 Moxy in franchising in tutto il Vecchio Continente, con un focus particolare nei paesi del nord e in Scandinavia, ma anche in Gran Bretagna, Belgio e Olanda. Le prossime inaugurazioni sono previste a Berlino, Francoforte e Londra e le prime 50 strutture apriranno i battenti nei prossimi cinque anni.

      Il nuovo brand potrà quindi dare un impulso decisivo alla marcia europea di Marriott International, che conta di arrivare complessivamente a 80mila camere entro il 2015. Dal canto suo Ikea, che già lo scorso anno aveva annunciato il lancio della catena alberghiera, si impegnerà nel progetto investendo 500 milioni di dollari attraverso Inter Ikea Property Division.



    • 15/01/2014     Progetto molto importante per il comparto artigianale 

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      Dopo mesi di pensieri e di studi di fattibilità ho deciso di iniziare un Progetto molto importante per il comparto artigianale dell’arredo della Brianza comasca, milanese e di tutta la sua filiera dalla produzione di accessori, alla produzione di pannelli fino alle aziende che offrono servizi, dal lucidatore fino all’autotrasportatore.
      Dobbiamo assolutamente cercare di bloccare la chiusura dei laboratori artigianali che in silenzio ogni giorno abbandonano l’attività per vari motivi senza che nessuno faccia niente.
      Negli anni l’industria avrà moltissimi problemi poiché senza queste mani sapienti e la loro caparbietà del saper fare il territorio ne risentirà in modo grave.
      Per questo motivo ho deciso di presentare a breve questo progetto, spero che partecipiate in molti perché dobbiamo salvare queste bellissime piccole realtà.
      Mi piacerebbe  riuscire nuovamente, come ho già fatto in passato a creare aggregazioni sul territorio per portare il mondo a conoscere le peculiarità della nostra zona che ci contraddistinguono da sempre.
      L’incontro si terrà presso il Museo del Legno Riva1920 Venerdì 24 Gennaio alle ore 21.00 a Cantù, Via Milano 137, spiegheremo in modo preciso questo importante progetto che porterà gli artigiani a vendere i loro prodotti direttamente nel mondo.
      Oltre agli artigiani dobbiamo sicuramente aiutare i designers giovani e meno giovani, di tutto il mondo, che saranno invitati a progettare un arredo partecipando ad un concorso a tema che per il primo anno sarà “ Zona pranzo“ e verrà ripetuto, ogni 24 mesi, cambiando l’oggetto da ideare.
      Oltre ad architetti e designer che lo fanno già di mestiere, saranno quindi invitati a partecipare al progetto anche tutti gli studenti delle università e delle scuole superiori che avranno la possibilità di emergere nonostante la loro giovane età.
      Saranno gli stessi artigiani a scegliere, fra tutti i lavori pervenuti, il progetto da produrre interfacciandosi con il designer che ha prodotto l’idea.
      I prodotti non scelti dagli artigiani saranno visionati da una giuria specializzata che ne sceglierà alcuni a cui verrà data una menzione con un premio.
      Per la progettazione verranno date successivamente indicazioni chiare sia sui materiali da utilizzare.
      Nel 2015 ci sarà l’Expo ed il nostro territorio “ Brianza “ non può non esser presente in modo forte nella manifestazione con vari progetti ,e questo potrebbe essere uno dei più importanti.
      Invito inoltre tutte le aziende di comunicazione del territorio, le testate dei quotidiani e dei magazines dell’arredo a starci vicino poiché questo progetto avrà spero una lunga durata negli anni e un forte impatto sul territorio.
      Vorrei inoltre mandare un messaggio alle associazioni di categoria, a cui chiedo di essere una squadra di supporto per i loro associati.
      Per terminare questa mia lettera, è da anni dico che non possiamo più aspettare a creare i progetti per il territorio poiché a detta anche di un famoso sociologo, non arriverà nessuno ad aiutarci e con il cuore in mano pensiamo a ciò che lasciamo ai nostri figli e alle prossime generazioni.
      La mia email per iscriversi è la seguente : maurizio.riva@riva1920.it
      Passa parola e vi aspetto.

      Grazie di cuore

      Maurizio Riva




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      Presentata ieri a Milano l’edizione 2014 di fensterbau frontale e holz-handwerk manifestazioni fieristiche che si terranno dal 26 al 29 marzo presso la struttura espositiva della Fiera di Norimberga in Germania.
      Presentati da Stefania Calcaterra, responsabile di NurnbergMesse Italia presso il garden (coperto) del ristorante Bianca di via Panizza a Milano hanno preso la parola Marion Freitag, responsabile delle relazioni pubbliche della Fiera di Norimberga, Elke Harreiβ, project manager di fensterbau frontale, Stefan Dittrich, project manager di Holz-handwerk.
      Ospiti Dennis Bieselt dell’associazione dei produttori tedeschi di macchine per la lavorazione del legno VDMA e il responsabile della comunicazione dell’istituto ift di Rosenheim, Jürgen Benitz-Windenburg.
      Dell’appuntamento di festerbau frontale 2014 abbiamo parlato in una recente news. Ricordiamo che si tratta della più importante fiera mondiale dello specifico settore di serramenti, finestre e facciate. L’ultima edizione nel 2012 ha avuto 99 mila visitatori e 1200 espositori (insieme alla collaterale Holz-handwerk dedicata al mondo del serramento dl legno.
      Anche le prospettive dell’edizione 2014 sono buone. Secondo gli organizzatori il numero degli espositori sarà vicino a quello della scorsa edizione e si stimano oltre 100mila visitatori complessivamente per le due fiere. Un nuovo padiglione il 3A, che porta la firma dell’architetto Zaha Hadid sarà terminato all’inizio del prossimo anno. Misura 105 metri x 85 metri con un’altezza variabile da 13 a 20 metri “per integrarsi meglio agli altri padiglioni. Una realizzazione ampiamente vetrata , una sorta di metafora architettonica per il mondo e il ruolo della finestra: guardarsi dentro e guardare verso l’esterno, verso il futuro ” ha ricordato Elke Harreiβ. Il padiglione è costato 37 milioni di euro.
      Qualche dato ha fornito Marion Freitag sull’attività generale di Nurnberg Messe: “nel 2012 169 manifestazioni ed eventi, quasi 30mila espositori su una superficie di 991.000 mq e 951.000 visitatori”.
      Jurgen Benitz di ift ha ricordato come “ift di rosenheim sia un istituto che affronta il mondo del serramento con una visione olistica, ma capace di scendere fino al più piccolo dettaglio, una vite ad esempio così importante” . Benitz dopo aver sottolineato l’attività complessiva di ift ha descritto la mostra che l’istituto realizzerà assieme a GFF, l’associazione dei produttori di vetrate, finestre e facciate del Baden Württemberg,
      “Tecnologie innovative, qualità e prodotti di successo sono il risultato della ricerca, della cooperazione e di un impiego intelligente delle sovvenzioni”.  Questo leit-motiv è dietro alla mostra “Ricerca viva .- vivere meglio” che si terrà al padiglione 1 stand 1-614 dentro a Fensterbau-frontale. Oltre ai citati saranno coinvolti nella mostra speciale il ministero federale tedesco dei trasporti, edilizia e sviluppo urbano BMVRS attraverso la Forschungsinitiative Zukunft Bau (iniziativa di ricerca sul futuro dell’edilizia) e la stessa MesseNurnberg. Benitz ha delineato i trend attuali: “Efficienza energetica, cambiamenti climatici, sostenibilità, comfort e design, qualificazione di prodotto (EPBD), Energy label, case attive, ecodesign ecc.”.
      Non solo ha anche affrontato i temi specifici legati alle tendenze di prodotto “massima trasparenza e conseguenti problemi di aumento di peso dei serramenti, fenomeno della condensa, antieffrazione, emissioni dannose nell’ambiente (VOC) , profili ultraslim, fotobiorettori per facciate, uso di essenze light per i serramenti in legno e tanta altro ancora”.
      Hanno chiuso gli interventi Stefan Dittrich e Dennis Bieselt che si sono concentrati su Holz-handwerk, la manifestazione fieristica collaterale a Fensterbau-frontale. Ottime anche qui le prospettive: ”Saranno presenti 31 aziende italiane tra cui i top del settore delle macchine di lavorazione legno come Biesse, SCM e Cefla. Sarà organizzata una mostra da parte dell’associazione dei falegnami della Baviera e uno stand collettivo per start up, le aziende giovani e innovative sostenute dal Governo Tedesco. C’è in Germania un boom di commesse per i falegnami, soprattutto quelli che lavorano con alta qualità e per chi opera nel settore del legno strutturale” ha ricordato Dittrich.
      Dati positivi confermati da Bieselt della VDMA: “La produzione del settore macchine per il legno è stimata il 2,4 milioni di euro nel 2013, risultato buono se si considerano la cifra del 2009 (1,9 miliardi). I nostri soci sono  ha sottolineato - soddisfatti, ma non euforici”.
      L’appuntamento è quindi a Norimberga dal 26 al 29 marzo per fensterbau fontale e holz-handwerk 2014.




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Una delle relazioni più seguite alla recente Conferenza di Rosenheim è stata quella sulla formazione di condensa e di muffe. Segno che il problema esiste ad ogni latitudine e che ovunque i costruttori e i rivenditori di serramenti fanno fatica a convincere i clienti a arieggiare gli ambienti, come si dovrebbe fare specie nel caso di sostituzione dei vecchi serramenti con nuovi e più performanti soprattutto in termini di tenuta. Per affrontare adeguatamente l’insorgere del problema, Maico Technology, il polo tecnologico di Maico, fornisce da qualche tempo due strumenti che possono aiutare il serramentista.

Il primo è un termoigrometro sotto forma di chiavetta USB, uno strumento del costo di poche decine di euro che, grazie a un sensore, misura le variazioni di temperatura ed umidità nel corso del tempo per almeno una settimana. Analizzando al computer i dati rilevati si possono scoprire le variazioni di temperatura e di umidità e quindi individuare se il cliente arieggia a sufficienza gli ambienti interni, come si dovrebbe fare sempre ma specialmente nel caso di nuovi infissi. Insomma, più che un strumento scientifico il termoigrometro USB è uno strumento per evitare contestazioni e per convincere i clienti a modificare le proprie abitudini. O, nei casi più complessi, per trovare soluzioni quali i sistemi di areazioni meccanica controllata.

Il secondo strumento offerto da Maico Technology è una termocamera, strumento che fotografa la situazione termica degli oggetti inquadrati. In edilizia viene utilizzata per evidenziare i ponti termici e le dispersioni di calore (cassonetti, infissi, davanzali, nicchie dei termosifoni, spallette e giunto muro-serramento). La termocamera è utile in fase preventiva per evidenziare i problemi ma può esserlo anche dopo l’operazione di sostituzione dei serramenti a dimostrazione del buon lavoro eseguito.

Per utilizzare al meglio i due strumenti (che a nostro avviso testimoniano come cambia la professione del serramentista) Maico Technology offre due corsi specifici: il primo per imparare a usare correttamente la termocamera e a leggere le immagini infrarosse; il secondo per comprendere le problematiche legate a umidità, muffa e condensa, imparare a utilizzare il software ed elaborare i dati registrati dal termoigrometro.





  • 18/10/2013     IL FUTURO DEL LEGNO
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      Innovare nei prodotti e cercare nuove nicchie in mercati ancora inesplorati: il futuro del legno passa per queste due strade. Obbligate, in quanto con un mercato interno ancora al palo risulta infatti necessario (se non, appunto, indispensabile) trovare nuove vie per crescere e recuperare il terreno perso dopo cinque anni di crisi durissima.
      Le aziende del legno aderenti a FederlegnoArredo lo hanno capito e per cercare il modo più efficace per raggiungere nuovi traguardi si sono riunite a Modena per il Convegno Nazionale del Legno, un'intensa due giorni che ha visto la partecipazione di oltre 150 tra imprenditori e giornalisti. Nella giornata di venerdì 13 è stato organizzato un tour per conoscere da vicino il mondo del legno e le sue lavorazioni primarie, che ha rappresentato un momento di approfondimento della ricostruzione post-sisma con la materia prima verde per eccellenza giocare un ruolo di primo piano nella ricostruzione del tessuto sociale e produttivo del territorio emiliano. Nella mattinata di sabato 14 il Convegno è entrato nel vivo. Partendo dalle difficoltà del settore il presidente Roberto Snaidero ha sottolineato la necessità di puntare con sempre maggiore convinzione «sulle vendite oltreconfine perché, pur non avendo la tradizione di export dell'arredamento e del design, le aziende del legno stanno guadagnando significative quote di crescita. Per favorire questo trend FederlegnoArredo sta lavorando per un piano ad hoc di internazionalizzazione e di sostegno all'estero per le aziende del comparto». Su quali Paesi puntare è stato chiaro Phil Taylor, consulente nell'internazionalizzazione del made in Italy, secondo il quale: «bisogna penetrare in aree ancora vergini quali, ad esempio, Africa subsahariana, Vietnam e Messico». L'innovazione è stata al centro dell'intervento dell'economista Stefano Zamagni che ha suggerito ai presenti di investire in "innovazioni di rottura", ovvero in prodotti o processi in grado di modificare radicalmente il mercato e, quindi, le prospettive di crescita. Intervenendo su questo punti il presidente di Assopannelli, Paolo Fantoni, ha ricordato alla platea che le aziende del legno si stanno già muovendo in questa direzione con la creazione di prodotti nuovi e dalle grandi potenzialità. Per investire, però, è necessario avere i fondi ovvero un sistema bancario lungimirante e sensibile alle esigenze delle imprese. A Giampiero Bergami (Regional Manager area Centro di Nord Unicredit) è toccato quindi il compito di analizzare il rapporto banche-imprese con la presentazione di alcuni prodotti studiati per il settore del legno tra cui la possibilità per i cittadini di accedere ai mutui per l'acquisto delle case di legno eliminando i paletti esistenti fino a oggi. Paolo Gardino (Gardino Consulting Company) ha infine esposto i risultati della ricerca "Andamento delle industrie associate ad Assolegno e Assoimballaggi in Emilia-Romagna e Lombardia". Interessanti i dati delle costruzioni verticali in legno che evidenziano il calo del settore (44% degli intervistati) parzialmente compensato dall'incremento delle strutture non residenziali di grandi dimensioni (scuole, asili, case di cura...). Toccato, inoltre, anche il tema della gestione forestale: «Occorre continuare a sensibilizzare tutta la classe politica di attivare politiche forestali urgenti, non è più ammissibile che l'Italia sia al sesto posto come superficie forestale in Europa, ma ultima nell'utilizzo di questa materia prima rinnovabile», ha sottolineato Snaidero. La giornata si è conclusa con gli interventi di Paolo Fantoni (presidente Assopannelli), Ettore Durbiano (presidente Assoimballaggi), Claudio Giust (presidente Assolegno) che hanno risposto alle domande del pubblico. Il prossimo Convegno Nazionale del Legno si terrà tra un anno in Veneto.


  • 16/10/2013     BONUS PORTE INTERNE - NOVITA' DOPO CONVERSIONE DL 63/13
  • Micheloni porte
    Finalmente abbiamo a disposizione il testo definitivo dell’articolo 16 del decreto legge 4 giugno 2013, n. 63 che ha chiarito la questione del Bonus PORTE INTERNE 50% 2013 e sul quale possiamo fare alcune riflessioni.
    Anzitutto ecco il testo del comma 2 dell’articolo 16 che, ricordiamo, sarà quello definitivo e che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale con la legge di conversione:
    "Ai contribuenti che fruiscono della detrazione di cui al comma 1 (ossia la detrazione 50% per le ristrutturazioni edilizie, n.d.r.) è altresì riconosciuta una detrazione dall’imposta lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, nella misura del 50 per cento delle ulteriori spese documentate e sostenute dalla data di entrata in vigore del presente decreto per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica, finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione di cui al presente comma, da ripartire tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo, è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 10.000 euro“.
    1. Il Bonus porte interne 50% 2013 si può sfruttare solo se la spesa viene sostenuta per l’acquisto di porte da interno destinati a un immobile che è stato oggetto di ristrutturazione. Il decreto fa riferimento alle spese sostenute dal 26 giugno 2013, indipendentemente dalla data di inizio o fine lavori. Allo stato attuale, e in mancanza di chiarimenti ufficiali, è verisimile ipotizzare che sia possibile detrarre l’acquisto di porte da interno, purché la relativa spesa sia sostenuta dopo il 6 giugno 2013 ed entro il 31 dicembre 2013.
    2. Viene confermato che grazie al Bonus Porte Interne 2013 è possibile sfruttare la Detrazione 50% su un tetto di spesa massima per acquisto porte da interno/arredi di 10.000 euro. Lo sconto fiscale andrà ripartito in 10 rate annuali di pari importo.
    3. Ribadita la necessità, ai fini dello sfruttamento del Bonus Porte Interne 2013, di eseguire i pagamenti con bonifico bancario parlante. In realtà, nel decreto si parla solo di “spese documentate”, ma in assenza di ulteriori specificazioni da parte del Fisco, è lecito ritenere che le modalità di pagamento siano le medesime di quelle previste per usufruire dello sconto fiscale sulle ristrutturazioni.
    4. Il Bonus Porte Interne 2013 può essere richiesto da chiunque esegue o abbia eseguito dei lavori di ristrutturazione rientranti in quelli ammessi alla Detrazione 50%, ossia quelli indicati dall’art. 16-bis, comma 1 del TUIR. In altri termini, anche la sostituzione di una porta blindata o la messa in sicurezza delle prese elettriche consente l’accesso alla detrazione 50%.
    5. L’agevolazione fiscale si sfrutta anche se le porte interne/arredi non sono destinati alla parte ristrutturata. Per essere più chiari possibile: se ristrutturo il bagno, posso acquistare le porte da interno per la cucina, soggiorno o camera con il beneficio del 50% detrazione.
    7. Il regime dell’IVA per gli arredi acquistati usufruendo del bonus è quello ordinario, per cui si applica l’aliquota del 21%.


    Link
    LegnoLegno ha creato uno strumento valido per rispondere a questa necessità: il “RISPARMIOMETRO”. Il risparmiometro è uno strumento nato proprio per far capire al cliente finale del serramentista qual è il vantaggio economico, in termini di risparmio di quantità di combustibile per l’impianto di riscaldamento, che si ottiene sostituendo dei serramenti di vecchia concezione con serramenti dalle alte prestazioni energetiche.
    Di seguito illustreremo l’utilizzo del software per dare risposta a 4 differenti casi di sostituzione serramenti mostrando l’utilità e il funzionamento di questo strumento. Supponiamo di voler sostituire in un appartamento 4 serramenti della seguente tipologia: 3 finestre e 1 portafinestra in un Comune posto in zona climatica E. Eseguiamo questa operazione con l’ausilio del software per 4 volte e variando per ognuna delle 4 sostituzioni il valore delle trasmittanza termica del nuovo serramento. Per semplicità assumiamo che tutte le porte e le finestre sostituite abbiano lo stesso valore di trasmittanza termica, ovvero 4 W/m2K (valore tipicamente di un serramento di vecchia concezione) e che questo valga per tutte le finestre e le porte “nuove”, il cui valore è variabile però a seconda della casistica considerata.
    Dati Generali:
    1. Numero infissi da sostituire: 4 (3 finestre, 1 portafinestra)
    2. Zona Climatica sostituzione: E
    3. Superficie ideale finestre: 1.82 m2
    4. Superficie ideale portefinestre: 2.99 m2

    Casistiche di calcolo:
    Caso 1: Valore U “vecchi” serramenti 4 W/m2k, U “nuovi serramenti” 2,9 W/m2k
    Caso 2: Valore U “vecchi” serramenti 4 W/m2k, U “nuovi serramenti” 2,2 W/m2k
    Caso 3: Valore U “vecchi” serramenti 4 W/m2k, U “nuovi serramenti” 1,8 W/m2k
    Caso 4: Valore U “vecchi” serramenti 4 W/m2k, U “nuovi serramenti” 1,6 W/m2k


    CASO 1
    Il programma permette di selezionare il Comune in cui avviene la sostituzione da un database presente al suo interno. Ogni Comune è inserito nella zona climatica di appartenenza a seconda dei gradi giorno.
    Come si evince dalla figura 1 nel “Secondo campo” ogni tipologia di finestra e portafinestra è identificata da un codice:
    F1 finestra 1,23 x 1,48 (Area <= 2,3 m2)
    F2 finestra 1,48 x 2,18 (Area > 2,3 m2)
    F3 portafinestra 1,23 x 2,18 (Area <= 3,6 m2)
    F4 portafinestra 2,00 x 2,18 (Area > 3,6 m2)
    F5 altre misure (non estendibili)
    Si identificano qui i campioni ideali per il calcolo di cui si scrive la trasmittanza nei campi appositi. Nel nostro caso ci troviamo di fronte a 3 finestre di 1.82 m2 (con un’area minore di 2,3 m2), e quindi identificate con il codice F1, e ad una portafinestra di 2,99 m2 (con una superficie minore di 3,6 m2) identificata quindi con il codice F3. Sempre nel Secondo campo si procede con l’inserimento dei valori dei vecchi serramenti. (nel nostro caso 4 W/m2K) e i valori dei serramenti nuovi (per il nostro esempio 2,9 W/m2K).
    Nel Terzo campo, in base alle dimensioni reali dei serramenti sostituiti, si identifica il numero di serramenti appartenenti alla stesso codice (F1, F2, F3, F4, F5) e si inseriscono le loro dimensioni reali. Nel Quarto campo dal menù a tendina si sceglie il tipo di combustibile utilizzato dall’impianto di riscaldamento. Nel nostro caso per semplicità e per una questione di confrontabilità del dato si è scelto il metano (in automatico il software individua il costo medio del metano espresso come [€/kWh]). Infine è necessario inserire un valore che identifichi la situazione del proprio impianto di riscaldamento.
    Anche in questo caso per una questione di confrontabilità del dato si è scelto di utilizzare un valore medio di un impianto costruito dopo il 1990.
    A questo punto il software stima il risparmio energetico annuo espresso in [kWh/a] e il risparmio economico annuo espresso in [€/a] (euro all’anno) in seguito alla sostituzione dei serramenti.
    Nel nostro caso è evidente che andando a sostituire 3 finestre e 1 portafinestra con vecchio valore di trasmittanza termica di 4 W/ m2K con serramenti della stessa tipologia con valore di trasmittanza termica complessiva di 2,9 W/m2K otteniamo un risparmio annuo di 59 €. Ciò significa che il mio impianto dovrà produrre una quantità di calore minore di quella prodotta precendentemente alla sostituzione degli infissi per mantenere il benessere igrotermico all’interno dei locali abitativi, che si concretizza in un risparmio economico di 59 € annui.


    CASO 2
    L’unica differenza rispetto al caso precedente è rappresentata dal valore di trasmittanza termica dei serramenti “nuovi” che passa da 2,9 W/m2K a 2,2 W/m2K. In questo caso il risparmio economico di 96 €.
    È evidente che andando ad utilizzare serramenti con valori sempre più bassi nel CASO 4 arriviamo ad impiegare serramenti con U totale di 1,4 W/m2K e si arriva ad un risparmio economico totale di 128 € annui che, sommati alla possibilità di una detrazione fiscale del 55%, rappresentano in primis una reale doppia possibilità di risparmio economico da parte dell’utilizzatore finale (detrazione fiscale + risparmio combustibile). Questo rappresenta per il serramentista un ulteriore punto di forza commerciale sul quale puntare ed infine una reale possibilità di tutela dell’ambiente. Ecco perché il Consorzio LegnoLegno mette a disposizione dell’azienda un efficace strumento che integra in se aspetti pratico/economici per l’utilizzatore finale e commerciali per il serramentista. Ricordiamo che tale utile strumento è compreso all’interno del software Kyoto 2.1 (www.catalogolegnolegno.it). Per approfondire quale può essere l’utilizzo del Risparmiometro nella trattativa commerciale rimandiamo all’articolo specifico.




Per venire incontro alle esigenze degli studenti che cercano casa, la Svezia propone le Smart student Units. Micro abitazioni di 10 mq provviste di tutto il necessario, che promettono prezzi accessibili ai giovanissimi, nel pieno rispetto dell’ambiente. Poco raccomandate per i più claustrofobici, ospitano in un unico ambiente una cucina, una zona living con soppalco per accedere all’area notte, un bagno e un piccolo giardino esterno. In una struttura “compatta”, interamente costruita in legno. Le prime 22 unità saranno disponibili già dall’inizio del 2014, rende noto il gruppo di architetti Tengbom. Che le ha realizzate in collaborazione con l’Università di Lund, sempre aperta a ricerca e innovazione, a conferma della sua nomea di “Città delle idee”. Attualmente in esposizione all’Virserum Art Museum fino all’8 dicembre, sembrano proprio aver incuriosito persino gli adulti. Che le stanno richiedendo per portarle in vacanze eco-friendly.






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Questa che pubblichiamo è un’accorata lettera che un imprenditore di Treviso, giunto ormai alla disperazione e allo sfinimento, ha scritto a un nostro collaboratore, colui che si firma come Paolo Il Dolomitico. L’imprenditore ormai deciso a mollare, lasciando a casa 60 dipendenti, non è un’invenzione, lo garantisco, ed è costretto a questo gesto estremo per evitare, a poco più di 60 anni, di giocarsi anche le ultime risorse che s’è messo da parte in tanti anni di lavoro. Non porta l’azienda all’estero, perché non ne ha più la forza, semplicemente la chiude come hanno fatto di recente e stanno facendo centinaia di piccoli e medi imprenditori veneti, lombardi, piemontesi, emiliani e via discorrendo. E da Roma ci raccontano che la crisi è finita e che la ripresa è alle porte: falsi e delinquenti, oltre che irresponsabili, perchP non sanno, e nemmeno si preoccupano di saperlo, quel che sta accadendo nella pancia produttiva del paese. Penso che non si debbano aggiungere altre parole a quanto scrive il nostro amico imprenditore…


Caro Paolo,

(concedimi, fuori da ogni formalità, il tono confidenziale che, nel corso dei nostri incontri, mi hai concesso), ti lascio questo sfogo per l’utilizzazione politica che riterrai più opportuna, pregandoti però, in caso di pubblicazione, di omettere la mia firma. Per quanto hanno fatto e, soprattutto per quanto i politicanti vari “non” hanno fatto, mi fido solo di te. Anche se apparteniamo a province diverse, nel tempo ho imparato infatti ad apprezzare l’onestà e la coerente lealtà che sempre hai posto nei confronti dei molti principi che hanno mosso la tua attività politica al servizio dei veneti in generale. Mi è piaciuto perciò quanto hai fatto nel passato e mi è dispiaciuto di quanto hai subito per mantenere sempre fede al tuo pensiero. Sono certo, pertanto, che tu possa comprendere, meglio di chiunque altro, quanto sto per dirti. Lo accompagno all’invito a lasciarti alle spalle le cattiverie e le incomprensioni della gente nei tuoi confronti e continuare invece nella tua battaglia a favore di un mondo nuovo e socialmente sano. In bocca al lupo, anzi al leon, a te e a tutti i veneti di buona volontà… però IO NON NE POSSO PROPRIO PIU’.

La mia non è sicuramente una grande azienda, ma rispecchia in linea di massima, quella che è la realtà economica veneta, basata sulle PMI. Ho poco più di 60 anni e con me lavorano una sessantina di operai ed impiegati. Sono perciò più o meno 60 le famiglie che dipendono un po’ dal mio giro d’affari e un po’ dall’attivo di bilancio (quando c’è) che banche e Stato italiano concedono alla mia azienda. Sino a qualche anno fa, la situazione era ancora sostenibile. Nonostante i ricatti sindacali e bancari, nonostante le tasse, nonostante le difficoltà nel reperire nuovi mercati, nonostante i problemi connessi alla concorrenza proveniente dall’est e dal “far est”, nonostante i vincoli burocratici, le continue scadenze ed il crescente numero di regole che impediscono la normale operatività di una attività e che fanno capire come lo Stato italiano sia contrario al concetto di impresa, nonostante tutto ciò dicevo, sinora ho retto, ma ora, dopo anni in cui ho esaurito ogni riserva finanziaria aziendale ed in cui ho cercato con le mie risorse di salvare la baracca per non mandare a casa i miei collaboratori, vendendo anche tutte le proprietà (eccetto casa e fabbrica), non posso andare avanti.

Se la mia azienda fosse in un altro qualsiasi stato europeo o non europeo, sicuramente avrebbe la capacità di restare in piedi, perché ancor oggi non mancherebbero commesse e mercato, ma con le tasse, i ragionieri, i commercialisti, i notai e gli avvocati che paghiamo qui, per restare concorrenziali dovremmo aumentare i prezzi di vendita, andando decisamente fuori mercato. Io non ho più né la forza né la voglia di farlo, ma con quale ipocrisia e coraggio si critica chi porta all’estero la propria azienda, sapendo che è lo Stato il vero colpevole di tale situazione?

Durante questa crisi, che qualcuno ci aveva promesso sarebbe terminata nel 2012 (sic!!), mi sono sempre rotto la testa e la schiena per cercare di risolvere tutti i problemi su elencati, (anche affiancandomi agli operai quando c’era lavoro extra), ma ora con le nuove tasse, le nuove aliquote IVA ed i nuovi obblighi fiscali, io ed i miei collaboratori dovremmo fare miracoli quotidiani e probabilmente non basterebbero. Lo Stato, spalleggiato da sindacati, e istituzioni di controllo e verifica, ti spreme, ti inquisisce, ti fa lavorare per lui e, ad ogni scadenza fiscale, ti tratta come un ladro. Non ho residenze al mare o in montagna; non ho motoscafi o ville con piscina; vivo di ciò che resta dal bilancio aziendale, ma, non avendo fortunatamente figli, non mi sono mai potuto lamentare, ho spesso anche avuto 3 settimane di ferie. Avrò di che vivere da pensionato con una casa di proprietà ed un auto di 1800 cc e sinceramente credo di aver fatto più del dovuto, per cui, per non perdere anche il fondo pensione accantonato in 40 anni di lavoro, a breve, prima che lo Stato si mangi anche quello, come faranno tanti altri, anche io chiuderò l’azienda.

Le 60 famiglie, che negli anni ho posto comunque (se non hanno vissuto da cicale) nella possibilità di sopravvivere alla carestia, si aggiungeranno a quelle già disagiate che la crisi e la politica hanno creato. Nessuno però cerchi di farmi sentire colpevole, non attacca. Quale altro matto si sarebbe accollato tutte le mie rogne e preoccupazioni per vivere con un reddito pari a quello del mio direttore di produzione? So di aver fatto tutto ciò che era in mio potere e, qualunque cosa sarà detta contro di me, giungerà solo dalla bocca dei veri colpevoli. Per ogni responsabilità si guardi quindi ad un’Italia cannibale, in mano a partiti e sindacati. E’ un paese in cui la mafia dilaga ed in cui la corruzione è maestra di vita. Sinceramente non capisco quelli che ancora credono nella possibilità di cambiamento. Non si lamenti chi sostiene il tricolore di uno Stato e di una politica che usano i soldi sottratti ad imprese e lavoratori per mantenere i propri vizi e clientele elettorali. Non si lagni chi inneggia ad un presidente che ci chiede sacrifici e che, con il frutto di questi sacrifici, adempie alla priorità più sentita dagli italiani: creare e mantenere 4 nuovi senatori a vita. Non pianga chi preferisce la sudditanza e la mafia, piuttosto che la libertà.




  • 20/08/2013   Altre informazioni sul vetro elettrocromico organico. La finestra intelligente.
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  • 16/08/2013   ISSUU - la nostra brochure on-line...... sfogliatela!






  • 18/07/2013   Rubner: da segheria a gruppo-simbolo delle case in legno                                    
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    Sono una delle frontiere dell’abitare sostenibile. Ecologiche, sicure e ad alta efficienza energetica, le case in legno si stanno pian piano diffondendo anche lontano dalle aree di montagna. Parlare di “frontiera” potrebbe sembrare inappropriato, eppure, se è vero che le strutture lignee esistono da millenni, negli ultimi secoli è un dato che sono spesso state soppiantate da quelle in muratura. Il trend però, sta lentamente cambiando: “Gli italiani hanno un grande interesse per le case in legno. Attraverso Rubner Haus, realizziamo circa 400 case all’anno. In questo momento stiamo lavorando a 25 progetti, localizzati in tutta l’Italia, dal Nord al Sud”, spiega Andreas Webhofer, responsabile marketing del Gruppo Rubner, che copre attraverso otto aziende e più di 20 stabilimenti tutta la filiera, dal bosco alle strutture finite. Dalla classica baita è stata fatta molta strada: oggi le case in legno possono essere costruite seguendo diversi stili e sistemi costruttivi, in modo da adattarle anche ad ambienti urbani, collinari e marittimi. Nonostante sia il materiale più antico e tradizionale per la costruzione di edifici, il legno offre infatti molte opportunità di innovazione, e rappresenta un settore di sviluppo importante per la green economy, considerando che si tratta di un materiale rinnovabile e naturalmente più performante dal punto di vista dell’isolamento termico. La storia del Gruppo Rubner è forse l’esempio più significativo, nel settore, di come l’economia verde possa conciliare sostenibilità ambientale e crescita economica. Nato a Chienes, in val Pusteria, come piccola segheria ad energia idraulica di famiglia nel 1926, è diventato oggi la più importante realtà in Italia per la lavorazione del legno, con circa 1.500 collaboratori e 400 milioni di fatturato, grazie anche ad una forte attenzione alla ricerca. Nel 2005 Rubner ha lanciato Soligno, “il sistema costruttivo autobloccante, che utilizza solo legno massiccio, senza colla né chiodi”, continua Webhofer. Il metodo, ispirato alle tecniche costruttive già utilizzate in Scandinavia mille anni fa per la costruzione delle chiese, moltiplica i criteri di sostenibilità già adottati per le altre costruzioni Rubner, che utilizzano sempre legno proveniente da foreste gestite in modo sostenibile e certificate FSC o PEFC. “Gli elementi per pareti, solai e tetti, coperti da brevetto, sono costituiti da tavole in legno massello di forma rettangolare, allineate verticalmente e giuntate a pettine. I diversi strati sovrapposti sono a loro volta raccordati tra loro mediante tasselli in legno massello giuntati a coda di rondine. L’intera superficie degli elementi è realizzata in legno puro, non trattato e non sottoposto ad alcuna azione termica o chimica durante l’intero processo produttivo”, spiega l’azienda. Ai nuovi sistemi costruttivi si accompagna la ricerca nei settori della sicurezza e dell’efficienza energetica. “Grazie alla sua ridotta massa – spiega Annalisa Battisti, responsabile del reparto Strutture di Rubner Haus –  il legno è un  materiale favorevole in campo antisismico. A parità di resistenza con il cemento armato, infatti, riceve una minore sollecitazione in caso di terremoto proprio per il suo peso ridotto. E anche in caso di incendio, bruciando molto lentamente, si conferma un  materiale sicuro”. Caratteristiche che fanno del legno un materiale adatto anche per le ricostruzioni post-terremoto: la divisione Objektbau, dedicata ai grandi progetti chiavi in mano, ha infatti realizzato i 220 moduli abitativi provvisori a L’Aquila e ricostruito la Casa dello Studente. Anche dal punto di vista dell’isolamento il legno offre ottime performance, consentendo una sfasatura di 14 ore tra l’ambiente esterno e quello interno. A questo si aggiungono  modalità di isolamento tipiche della bioedilizia, come l’utilizzo di canapa, fibre di legno o pannelli in sughero. Tutte tecnologie che saranno utilizzate anche nel nuovo progetto di casa urbana ad alta efficienza RhOMe, a cui Rubner sta lavorando insieme alle Università di Roma Tre e La Sapienza in vista del prossimo Solar Decathlon Europe, dopo il successo dell’edificio Med in Italy, premiato con la medaglia di bronzo nella competizione europea delle abitazioni sostenibili. Il gruppo comprende anche Rubner Porte, un’altra divisione che offre prodotti altamente innovativi: “Siamo stati i primi in Italia a realizzare portoncini secondo gli standard CasaClima e per Case Passive. La più recente innovazione è il portoncino CasaClima a filo: un portoncino eccezionalmente stabile e robusto che offre una sicurezza certificata e ottimi valori di isolamento, grazie allo spessore del pannello e del telaio rinforzato da 80 mm”, spiega l’azienda. A rallentare il processo innovativo, sottolineano però in azienda, è, come sempre la burocrazia. Il caso degli edifici multi-piano è emblematico: “In Italia – racconta Giulio Franceschini, direttore di Rubner Holzbau, azienda dedicata alle grandi strutture in legno – abbiamo potuto iniziare a realizzare costruzioni verticali da poco. Fino a fine 2011, infatti, una legge prevedeva che, per gli edifici con 4 o più piani in materiali non tradizionali, servisse una dichiarazione del presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, mentre in realtà la normativa tecnica non dava alcun limite alla costruzione in altezza”. Sulle capacità del legno è necessario dunque sensibilizzare non solo gli amministratori, ma anche architetti, ingegneri e imprese, che in certi casi rimangono ancora diffidenti, spesso per difficoltà a cambiare abitudini consolidate. Provate a chiedere a un’impresa un cordolo di sommità in legno invece che in cemento armato e sentirete la risposta… “I tecnici – riflette Annalisa Battisti – tendono a fidarsi di quello che conoscono meglio. Per questo crediamo molto nella collaborazione con le università”.            Veronica Ulivieri



  • 12/07/2013   Gruppo 3elle, insieme si vince

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    Insieme per sopravvivere. La filosofia che ha portato alla nascita di 3elle group è questa, un modo di affrontare la crisi affiancando alla tradizionale produzione di serramenti in legno anche quella della progettazione e realizzazione di infissi in alluminio e della commercializzazione dei propri prodotti non solo all’edilizia residenziale, ma anche direttamente ai privati.
    «Con il mercato del legno, nel settore dei serramenti, che è crollato del 65 per cento non si poteva fare diversamente – afferma il presidente di 3Elle Giuliano Dall’Osso -. Dal 2008 abbiamo investito nove milioni di euro per mettere in campo piani imprenditoriali per attenuare la forza della crisi».
    La strada principe è quella della sinergia tra aziende che operano nello stesso settore ma con diverse specializzazioni in modo da diversificare al massimo il mercato in cui operare.
    «Una decisione, quella di affiancare altre attività, che abbiamo fatto quando iniziava a profilarsi la crisi – spiega Armando Galanti, direttore del gruppo – acquistando una serie di società adatte a questa strategia».
    «In 106 anni di vita la 3Elle si è specializzata soprattutto nella grande cantieristica (l’83 per cento del suo mercato è in questo settore) – spiega Davide Brentani, direttore generale dell’azienda di via Togliatti – ma due anni fa abbiamo deciso di allargarci anche ai settori dell’edilizia commerciale (settore che sta soffrendo meno la crisi), con la Cti Serramenti, e della commercializzazione, con l’acquisizione di Sirelle. Queste tre aziende (3Elle, Cti e Sirelle) rappresentano l’ossatura del gruppo nel quale però sono confluite, controllate totalmente o in parte, altre sei aziende, di cui due straniere». Ecco così nascere la collaborazione con 3elleRE, Ellle Bratislava (Slovacchia), Master, Gema, Creazione del Legno Odd e Comez, società nata in seguito al brevetto di due ingegneri per la produzione di cofani funebri in alluminio «ma da ben tre anni stiamo aspettando il parere dell’Istituto superiore di sanità per avviare la produzione e la commercializzazione – spiega Brentani».
    «La Cti è specializzata nella ricerca e nella progettazione di profili di carpenteria e infissi in alluminio, legno e acciaio, nonché facciate continue in alluminio acciaio e vetro - spiega il direttore di 3Elle - e vanta un ottimo ufficio tecnico in cui operano tecnici dell’ex Cir. Nel 2012 il suo volume d’affari è stato di circa tre milioni di euro ma nel 2013 potrebbe arrivare a quattro milioni».
    Sono diverse le realizzazioni e i progetti di Cti, a partire dal centro direzionale di Hera a Imola (il cosiddetto Cubo di luce) fino all’università King Abdullah a Kaust Gedda in Arabia Saudita (foto sotto a sinistra), ma anche l’albergo Unaway nel quartiere fieristico di Bologna e il Bologna Buiding a Castel Maggiore.
    «Un altro tassello è stata l’acquisizione di Sirelle (foto sotto a destra) – continua Brentani –, società nata nel 2011 dalla fusione tra Sir Edile e Unoelle e che è attiva nel mercato di diversi prodotti per l’edilizia, dalle finestre alle porte, dai portoncini blindati agli ascensori. In questa società abbiamo fatto confluire la nostra rivendita anche se nei suoi otto showroom (uno nella sede di Imola, tre a Bologna, uno a Faenza, Ravenna, Forlì e Pesaro) commercializza anche prodotti con marchi diversi da 3Elle».
    Fra le aziende del gruppo figura, come accennato, la bulgara Creazione del Legno Odd che sorge nei pressi di Velingrad (3Elle ne possiede il 40 per cento delle quote). «Questa azienda sorge nei pressi di un’area boschiva – spiega il direttore Brentani - e ci permette il diretto approvvigionamento di materia prima che viene semilavorata in loco per poi essere importata in Italia per la lavorazione definitiva. In questo modo salvaguardiamo anche il lavoro dei nostri dipendenti».
    Grazie a questa strategia il numero di persone occupate in 3Elle group è rimasto praticamente invariato. Se da 3Elle sono uscite, nel corso degli ultimi tre anni, una trentina di persone c’è da considerare che contando i dipendenti di Cti (12) e di Sirelle (23) il bilancio non è cambiato.




  • 11/07/2013   Sostituzione di porte interne. Nessuna certezza di detrazione fiscale

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Non vi è alcuna certezza di possibilità di detrazione fiscale per le porte interne. E’ questa l’amara verità per acquirenti e rivenditori di questi importanti elementi della nostra vita quotidiana che a oggi risultano essere praticamente gli unici componenti edilizi che non godono di nessuna detrazione.
Lo conferma autorevolmente, anche alla luce del recente bonus mobili, “L’Esperto risponde”, inserto di consulenza per i lettori, supplemento de IlSole24Ore.
Sul n. 39 dell’8 luglio è apparsa infatti la risposta al quesito di un lettore che chiedeva se “le spese per nuove porte interne all’alloggio possono fruire del bonus fiscale del 50%”. L’esperto de IlSole24Ore ricapitola l’incredibile situazione delle porte interne delle unità abitative, precisando subito che l’acquisto di porte interne non gode di alcuna agevolazione fiscale del 50% (ex 36%) nel caso di ristrutturazioni edilizie (articolo 16 bis del TUIR, Dpr 917/1986, art. 11 del DL 83/2012 convertito in legge 134/2012). E' sempre bene precisare che si tratta di porte interne per unità abitative. La detrazione è notoriamente riconosciuta per le porte interne condominiali.
Tuttavia l’agevolazione del 50% è sempre possibile nei casi di:
a) lavori edili per la variazione delle dimensioni delle aperture interne dove quindi le porte interne vengono considerate come elementi accessori dell’intervento in muratura;
b) realizzazione di porte interne a scomparsa “complete di ogni loro elemento quale intervento di manutenzione straordinaria su un edificio residenziale”.
La semplice sostituzione non gode invece, è bene ribadirlo, di alcun beneficio. Il che rimane per tutti noi un grande mistero. Una delle ragioni addotte in passato dall'Agenzia delle Entrate per non riconoscere la detrazione alle porte per interni è che si tratta di oggetti di arredo e, non come ritiene il 99% degli italiani, di infissi interni.
Il quadro fiscale è cambiato con l'arrivo del bonus mobili di cui al DL 63/2013 che garantisce la detrazione del 50% sulle spese effettuate per i mobili in occasione di lavori di ristrutturazione aprendo un piccolo spiraglio verso il riconoscimento del beneficio fiscale. Come noto, e come precisato da una nota (vedi allegato) dell'Agenzia delle Entrate: "I contribuenti che eseguono lavori di ristrutturazione di immobili residenziali hanno diritto a una detrazione Irpef del 50% per le spese sostenute per l’acquisto di mobili destinati all’arredo degli immobili su cui sono effettuati i lavori, con un tetto massimo di spesa di 10mila euro".
In merito alla detraibilità delle spese per l'acquisto di porte interne tuttavia l'estensore della risposta al lettore ne parla al condizionale: "potrebbe" essere riconosciuta sempre che intervenga una circolare chiarificatrice dell'Agenzia delle Entrate. Che da anni attendiamo e che non vediamo ancora all'orizzonte. Speriamo di essere smentiti presto!
Grande prudenza sull'argomento anche da parte di FederlegnoArredo che accoglie all'interno di EdilegnoArredo una significativa rappresentenza di produttori di porte per interni. Alla terza delle FAQ-Bonus mobili (vedi), si scrive:
"D: Fanno parte dei mobili per la detrazione solo i mobili fissi (come cucina, armadio a muro e bagno) oppure anche i mobili di arredamento, come (tavoli, sedie, divani, ecc....)?
R: Per il momento si suggerisce di fare riferimento alla comune accezione del termine “mobili”, per cui rientrano tutte le tipologie indicate. Vi sono dei dubbi, che ci si augura vengano chiariti dal Ministero in tempi brevi, su lampade e apparecchi di illuminazione, porte d'interni, elettrodomestici da incasso, parquet e tende".
Ovviamente ci auguriamo anche noi un intervento di chiarimento del Ministero o, cosa più probabile, dell'Agenzia delle Entrate. Ci sembra tuttavia che la via maestra per il giusto riconoscimento della detrazione agli acquirenti di porte per interni in unità abitative (in caso di sostituzione) passi attraverso l'inserimento delle porte interne tra le opere agevolabili in caso di ristrutturazioni edilizie, grandi o piccole che siano, manutenzione ordinaria o straordinaria che sia.
E' bene precisare, in conclusione,  che da qualche anno l'Agenzia delle Entrate riconosce l'agevolazione fiscale del 36%, ora divenuta del 50%, all'installazione di porte interne blindate di nuova installazione. Come noto, la detrazione spetta di diritto a tutti quegli interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi e quindi anche all'installazione di porte blindate interne, quelle che potremmo definire porte da 'panic room'.



  • 05/07/2013  Falegnamerie messe in crisi dai controlli Asl

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VIAREGGIO (Lucca), 22 aprile - La Cna lancia il grido di allarme: giusti i controlli dell’Asl ma le sanzioni potrebbero mettere in ginocchio oltre 1200 falegnamerie. Per “eliminare” le polveri di legno prodotte dalla lavorazione, le imprese, infatti, dovranno dotarsi di tutta una serie di strumenti, come un particolare aspirapolvere anti-polveri sottili dotato di certificazione e speciali filtri, ed impiegare risorse umane, e quindi anche economiche, per assicurare la pulizia degli ambienti al termine della giornata lavorativa.

In pratica, ogni sera, prima di abbassare la saracinesca, un addetto-incaricato dal titolare preventivamente nominato dovrà pulire tutti gli ambienti e compilare un apposito modulo indicando ora e giorno della pulizia. In caso di visita dell’Asl e accertamento di mancato adeguamento e pulizia degli ambienti le imprese rischiano una multa salata: “una sanzione, in questo momento, può significare accompagnare verso la chiusura definitiva le imprese – lancia messaggi preoccupanti Roberto Bigi, presidente provinciale Cna Legno – non sono fasi facili queste. Gli ordinativi e le vendite sono crollate anche del 30%-40%, i margini si sono notevolmente ridotti, mentre dall’altro, i costi sono aumentati. Le leggi vanno rispettate e su questo siamo d’accordo, questo adeguamento però non ci voleva. Ci serve tempo per informare tutte le imprese e per adeguarci”.

Nelle 1200 imprese interessate ci sono naturalmente le tradizionali falegnamerie, carpenterie, produttori di mobili fino alla carpenteria navale (almeno 400 in Versilia) duramente provate dalla crisi della diportistica. “Almeno la metà degli artigiani e dei piccoli imprenditori del legno – spiega Bigi – non è addirittura al corrente di questa nuova normativa perché c’è stato, a monte, un difetto di comunicazione”.

Il rispetto scrupoloso della nuova normativa “anti-polveri” che ha chiari intendi di migliorare (e su questo Cna non obietta assolutamente) la qualità della vita lavorativa all’interno delle falegnamerie, costerà mediamente 50 euro al giorno: “il datore di lavoro deve incaricare un dipendente oppure una ditta esterna – spiega il Presidente dei falegnami – acquistare l’aspirapolvere che a sua volta ha un costo anche di manutenzione: abbiamo calcolato per un’impresa media con tre addetti e circa 200 metri quadrati di capannone servono circa 1000 euro al mese. Di questi tempi sono una cifra che fa la differenza e non possiamo certo farli pagare al cliente-committente. Ci sbatterebbe fuori dal mercato. Cinque anni fa – analizza ancora - probabilmente questa normativa sarebbe stata accolta con meno preoccupazione ma oggi”.

La preoccupazione della principale associazione degli artigiani non ha nessuna intenzione di mettere in difficoltà l’Asl: “il rapporto con l’Asl ed i suoi tecnici è sempre stato molto buono e sempre all’insegna della collaborazione. E sarà anche così questa volta. Su questa particolare normativa però siamo in ritardo e stiamo riscontrando notevoli difficoltà”.

Cna per facilitare l’adeguamento ha attivato uno speciale servizio di check-up gratuito: “Ci stiamo adoperando, così come fatto anche con un seminario, ad informare tutte le aziende del settore. "Abbiamo attivato – conclude Bigi – un servizio di assistenza e consulenza per facilitare l’adeguamento delle nostre imprese. Non le lasceremo sole”.

  • 10/06/2013  Efficienza Energetica – Green Economy – Vallo di Diano

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Nasce il primo progetto per il Sud Italia Banca Monte Pruno, Comune di Sant’Arsenio ed Agenzia CasaClima, insieme per l’efficienza energetica.

Si terrà venerdì 22 giugno p.v. alle ore 16.30, presso la Sala Cultura della sede amministrativa della Banca Monte Pruno, la sottoscrizione dei protocolli di intesa tra la Banca Monte Pruno, il Comune di Sant’Arsenio e l’Agenzia CasaClima.







L’importante appuntamento dedicato all’efficienza energetica rappresenta una grande novità per il Sud Italia; difatti, tale progetto è il primo esempio di convenzione finalizzata a garantire comfort e qualità degli spazi abitativi senza danneggiare l’ambiente e le risorse naturali, garantendo un deciso risparmio di risorse attraverso l’Agenzia CasaClima, società che si occupa a livello nazionale di certificazione e sensibilizzazione sul risparmio energetico.



  • 07/06/2013  Cocif in Bulgaria apre stabilimento per la fornitura di semilavorati in legno

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Cocif sbarca in Bulgaria e apre uno stabilimento per la fornitura di semilavorati in legno
„Lo stabilimento ha una superificie produttiva di 10.000 metri quadrati, occuperà 30 dipendenti e si specializzerà in lavorazione del legno per la costruzione di componenti semilavorati o finiti“







Cocif, azienda specializzata nella produzione di porte e serramenti esterni, ha concluso mercoledì a Velingrad, Bulgaria, gli accordi per l'apertura di una fabbrica per la costruzione di semilavorati in legno che verranno poi utilizzati nel proprio stabilimento di Longiano per la costruzione dei propri prodotti. Lo stabilimento si trova nei pressi di Velingrad, una cittadina di circa 50.000 abitanti situata in una regione ricca di materie prime, una zona che garantisce legname di prima qualità per la costruzione dei serramenti, principalmente abete, pino e faggio provenienti da foreste locali.
Qui vengono estratti circa 5 milioni di metri cubi all'anno di legnami. La collocazione a Velingrad, una città che si trova in una posizione interna, centrale dei Balcani, consente a Cocif di operare sbocchi commerciali in tutta quella vasta area che comprende Turchia, Grecia, Romania, e tutto l'est Europeo. Lo stabilimento ha una superificie produttiva di 10.000 metri quadrati, occuperà 30 dipendenti e si specializzerà in lavorazione del legno per la costruzione di componenti semilavorati o finiti. La gestione diretta di tutte le fasi consentirà uno stretto controllo sulla qualità del prodotto finito.
L'azienda fornirà allo stabilimento di Longiano principalmente legno lamellare per finestre e porte, prodotti semilavorati dotati di caratteristiche di alta qualità per stabilità meccanica, ottima finitura estetica e di durata. Il tutto per garantire nel tempo una più alta qualità di finestre e porte Cocif. Sarà cura di Cocif implementare la nuova fabbrica della tecnologia più avanzata nel settore, con la quale si garantiranno standard produttivi al più alto livello oggi disponibile in Europa, un mercato ritenuto sicuramente il più esigente al Mondo in termini di qualità.
Questo apporto tecnologico, unito alla notevole preparazione degli operai del luogo che vantano una alta tradizione e professionalità nella lavorazione del legno, pone le basi per una realtà produttiva capace di misurarsi a testa alta con i più alti standard del settore.
Con questo importante investimento, l’azienda punta a controllare tutta la filiera della costruzione dei prodotti in legno.
Continua così quella precisa strategia varata dalla direzione aziendale che porterà ad assumere il controllo totale e quindi l'autosufficienza rispetto a tutti gli elementi principali che compongono i propri prodotti; una strategia avviata nel 2009 con l'acquisizione della Master di Piacenza, una delle maggiori aziende Italiane per la produzione di portoni blindati, e nel 2010 di Adriaglass di Gatteo Mare per la produzione dei vetri che compongono tutte le finestre e le porte Cocif.
La strategia di controllo delle materie prime porterà grossi vantaggi competitivi e consentirà un diretto controllo della qualità dei materiali utilizzati per la costruzione di questi prodotti, prodotti che costituiscono ancora oggi la parte preponderante del core business di Cocif.
L'Azienda fino ad oggi dipendeva dai grandi operatori internazionali che importavano la maggior parte di questi materiali dall'est e nord europa. Ora con questo investimento Cocif si affranca da questa necessità.
“In Italia stiamo vivendo una fase di grande recessione economica che ci condiziona sempre più nei rapporti con i grandi fornitori di materie prime - afferma Piero Cataldo, Direttore Generale Cocif -. Al tempo stesso il mercato delle materie prime è molto instabile e con tendenza anche a rialzi improvvisi. Abbiamo quindi deciso di continuare ad investire importanti risorse economiche con l’obiettivo di aumentare la nostra capacità competitiva e porre le basi per misurarci al meglio nel mercato mondiale delle chiusure per l'edilizia”.




  • 03/06/2013  Lavoriamo 162 giorni all’anno per pagare le tasse: una vergogna incredibile!

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Tasse, imposte, balzelli. E ancora: balzelli, imposte, tasse. È un cappio che, da quando si inizia a pagare l’obolo allo Stato, continua a stringersi sempre più forte.
Fino a lasciare senza fiato. Sono infatti lievitati a 162 i giorni di lavoro divorati dal fisco in un anno. Mentre il governo dei tecnici s’inventavano nuove tasse per accontentare le richieste di rigore avanzate dalla cancelliera tedesca Angela Merkel e dai tecnocrati di Bruxelles, la pressione fiscale lievitava oltre la soglia drammatica del 55% spingendo migliaia di imprese a chiudere i battenti e centinaia di imprenditori a togliersi la vita.



“Comparando il nostro peso fiscale con gli altri Paesi emerge l’insostenibilità di quello italiano”, spiega lo studio della Confesercenti sulla situazione della pressione fiscale. L’abbassamento della pressione fiscale è più che mai una priorità che non può essere risolta con qualche misura tampone. Le risorse vanno trovate tagliando la spesa pubblica. A certificarlo è stato lo stesso governo nel recente Documento di economia e finanza. “Il nostro è il paese delle tasse, delle troppe tasse – sottolinea la Confesercenti – abbiamo appena segnato il record della pressione fiscale, con il 44% del 2012, e già siamo pronti a superarlo di slancio con l’ulteriore aumento atteso per il 2013 (44,4%)”. E il futuro, sempre stando alle valutazioni ufficiali, non promette nulla di buono: le previsioni “tendenziali”, quelle cioè che diventeranno realtà se non si farà nulla, ci dicono che la maledizione del 44% ci accompagnerà – decimo più, decimo meno – almeno fino al 2017.
Lo studio della Confesercenti ricorda che l’Italia è al primo posto in Europa nel total tax rate (somma delle imposte sul lavoro, sui redditi d’impresa e sui consumi), con un 68,3% che ci vede quasi doppiare i livelli di Spagna e Regno Unito e ci colloca bel oltre quello della Germania (46,8%); ai più alti livelli europei quanto a numero di ore necessarie per adempiere agli obblighi fiscali (269), 2,5 volte il Regno Unito, il doppio dei paesi nordici (Svezia, Olanda e Danimarca) e della Francia, un terzo in più rispetto al Germania. In coda, fra i paesi Ocse, nella graduatoria di efficienza della Pubblica Amministrazione, con un valore (0,4) pari a un quarto di quello misurato per la Germania e il Regno Unito.
fonte: ilgiornale






  • 20/05/2013  Ance: la crisi peggiora, serve urgentemente un piano d’urto per salvare l’edilizia

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“Quello a cui ogni giorno assistiamo e che rileviamo direttamente con i nostri centri di elaborazione dati è un bollettino di guerra: gli argini si stanno rompendo e il sistema non regge più”. Sono parole dure quelle usate dal Presidente dell’Associazione dei costruttori, Paolo Buzzetti, a commento degli ultimi dati Istat sulla produzione delle costruzioni.

“Sono più di tre anni che denunciamo con forza la grave crisi del settore ma finora non si è fatto nulla di efficace per invertire la rotta e anzi con l’introduzione dell’Imu è stato dato il colpo di grazia a un settore già in agonia”.

Secondo il Presidente Buzzetti, “se il Governo Letta, come lo stesso Presidente del Consiglio ha affermato in questi giorni, è davvero intenzionato a fare qualcosa per salvare migliaia di imprese e di famiglie dalla rovina allora non è più tempo di appellarci a rigidi parametri di bilancio europei, come riconoscono ormai anche molti economisti. Bisogna subito varare un piano coraggioso di opere pubbliche oltre a sbloccare gli strumenti già studiati all'attenzione del Governo per sostenere i mutui alle famiglie".

Quello che l'Ance chiede è di immettere subito “un’iniezione di soldi pubblici per partire con la messa in sicurezza delle scuole e del territorio: interventi necessari per il bene del Paese e capaci di dare fiato all’economia”. Buzzetti ricorda che il Cipe 4 anni fa aveva stanziato 3 miliardi su un piano di piccole e medie opere promosso dall’Ance con il parere favorevole dei Comuni che poi è stato affossato per problemi di bilancio.







  • 29/04/2013  Comodità e risparmio con l'energia solare grazie alle persiane Ehret

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Tutte le persiane a battenti e scorrevoli di Ehret, azienda produttrice di persiane in alluminio, possono essere ora aperte o chiuse elettricamente con l'innovativo azionamento a energia solare.

Grazie all'adozione di nuovi motori, è possibile elettrificare le persiane senza l'impiego di installazioni elettriche supplementari, e questo vale sia per le nuove costruzioni che per le ristrutturazioni, ma anche in caso di elettrificazione successiva al montaggio. I motori Ehret azionati a energia solare possono essere comandati in maniera intuitiva e comoda anche tramite trasmettitori manuali all'avanguardia. In base alla versione, lo stesso trasmettitore può comandare da uno a più motori.

Sempre da Ehret nuovo pure il sistema di montaggio Easyflex, che non richiede di praticare fori o applicare rivetti. Per montare gli accessori sulle persiane è sufficiente una chiave a tubo. Il montaggio preciso risulta così estremamente facilitato.






  • 19/03/2013  Incentivi alle imprese: 600 milioni di euro per ricerca e aziende in crisi

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Presto arriveranno i bandi di gara da 600 milioni di euro che danno il via alla riforma degli incentivi agevolati alle imprese. E’ stato firmato infatti nei giorni scorsi dai ministri uscenti Corrado Passera e Vittorio Grilli il decreto interministeriale che vuole rendere operative le novità introdotte dal Decreto Sviluppo. Il Fondo per la Crescita sostenibile – questo il nome del pacchetto di incentivi che è stato sbloccato - servirà per finanziare innovazione, competitività e internazionalizzazione, risoluzione di crisi industriali.

Per le imprese sarà più semplice e rapido accedere agli aiuti, grazie all’abrogazione di 43 norme nazionali che regolamentavano la concessione delle agevolazione. «Si chiude finalmente – ha spiegato il ministro Passera – la stagione degli interventi a fondo perduto e si inquadra la politica di incentivazione all’interno di una cornice europea». Ai 600 milioni di euro potranno aggiungersi in seguito ulteriori risorse provenienti dalla Cassa depositi e prestiti, il cui effettivo ammontare sarà determinato da un prossimo decreto.

Il Fondo per la Crescita sostenibile è indirizzato a: investimenti per ricerca, sviluppo e innovazione; rafforzamento della struttura produttiva e interventi straordinari in caso di crisi industriali; internazionalizzazione delle imprese. Gli interventi saranno legati anche al Programma quadro UE “Horizon 2020” per la promozione comunitaria di attività di ricerca e sviluppo.

Gli imprenditori devono ora aspettare la pubblicazione dei bandi di gara che definiranno le regole da seguire per ottenere i finanziamenti agevolati (saranno emanati solo dopo la registrazione del DM da parte della Corte dei Conti).





  • 12/02/2013  Green Deal: in Gran Bretagna si ristrutturano gli edifici senza spendere
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In Gran Bretagna si ristrutturano gli edifici per renderli più efficienti dal punto di vista energetico senza far pagare gli utenti. Dopo una lunga gestazione, lo scorso 28 gennaio il governo britannico ha avviato infatti il “Green Deal”, un nuovo strumento che consente ai cittadini e alle imprese di eseguire lavori di efficientamento ripagando le spese sostenute solo con i risparmi ottenuti in bolletta negli anni successivi. Ad anticipare il capitale sono privati e fondi pubblici.

Si tratta di una misura politica altamente innovativa che aumenterà i tassi di efficienza energetica, ridurrà le emissioni inquinanti e creerà oltre 60 mila posti di lavoro entro il 2015.


Ma come funziona il “patto verde”? Le utility si fanno carico degli interventi di efficienza energetica degli edifici britannici (isolamento pareti, tetto e pavimenti, ristrutturazione dell'impianto di riscaldamento, riduzione degli spifferi, doppi vetri, tecnologie per le energie rinnovabili, etc.) recuperando i costi sul risparmio energetico prodotto dalle abitazioni servite. Gli utenti non pagano nessun centesimo per i lavori, ma si impegnano invece a pagare una bolletta fissa nei 10 - 25 anni successivi. Dato che il contratto è legato all’immobile, qualora la casa venga vendita o affittata la bolletta sarà ereditata dai nuovi inquilini.
Un esempio: se un’abitazione paga di bolletta 1.500 sterline, con il Green Deal potrebbe ottenere un intervento di efficienza energetica dal valore di 10mila sterline, pari cioè a 500 sterline l’anno per vent’anni, con la bolletta che resterà sempre al di sotto delle 1500 sterline iniziali (grazie al risparmio ottenuto dai lavori di efficientamento).
L’accesso al Green Deal implicha un processo in 3 fasi:
- una diagnosi energetica indipendente della proprietà, che fornirà chiari consigli sulle migliori opzioni di efficienza energetica;
- finanziamento da una serie di provider accreditati, che saranno ripagati attraverso risparmi sulle bollette energetiche;
- abitazioni e aziende riceveranno il proprio contratto di efficienza energetica. Soltanto misure accreditate saranno installate da installatori debitamente qualificati, supervisionai dal Governo, a garanzia di qualità e risparmio economico per i consumatori.
Per finanziare il programma è stato creato un consorzio pubblico-privato di Esco, utility e istituti bancari tra cui citiamo la Green Investent Bank, British Gas, Carillion, E.ON, EDF Energy, Goldman Sachs, HSBC, Insta Group, Kingfisher, Linklaters, Lloyds Bank, Mark Group, npower, PwC, RBC Capital Markets eSSE.
Per ulteriori informazioni sul Green Deal visita il sito www.decc.gov.uk.



  • 08/02/2013  Pensiero di un impresario edile
personaggio Regola d'arte
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L'impresario è una figura nevralgica alla quale spesso si attribuisce la colpa dell'abbassamento della qualità nel costruire. Quindi, noi gli abbiamo rivolto questa semplice domanda:
"E' vero che nell'edilizia non si lavora a regola d'arte perché l'impresario vuole risparmiare sui costi?"
La risposta è stata ovviamente "No! tra il costruire bene e il costruire male non c'è tanta differenza di prezzo. Si, magari al momento risparmi, ma se qualcosa va storto i problemi che ne consegue fino ad arrivare alle cause, aumentano i costi a dismisura. Quindi sul lungo periodo conviene costruire bene."
"In passato posavamo noi il controtelaio di porte e finestre, quest'anno ho deciso che d'ora in avanti lo poserà il serramentista: è lui che produce l'infisso, è lui che sa quale è il modo migliore di montarlo. In genere le imprese edili subappaltano una serie di lavorazioni, come murature, carpenterie, posa dei marmi e controtelai. Quello che accede è che gli operai sono pagati a quantità: più lavorano, prima finiscono, più guadagnano. Ma i contrtelai sono un punto cruciale e più di una volta ci siamo accorti che non erano stati posati nel modo corretto. Allora li abbiamo fatti togliere e rimettere. Per questo in futuro, i serramentisti che lavoreranno per noi dovranno occuparsi anche della posa; altrimenti dovrò guardarmi attorno e modificare il mio parco fornitori. Il mondo cambia a prescindere da noi".  
(Intervista fatta a Giuseppe Salvalai   -   Titolare dell'impresa di costruzioni Galli e Benedetti)
Il legno è un meraviglioso dono della natura.






  • 04/02/2013  Da Saint-Gobain Glass il vetro elettrocromico a controllo dinamico

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Un vetro dinamico che, al premere di un pulsante, tiene sotto controllo e regola il calore e la luce che entrano negli ambienti.
E’ il vetro elettrocromico SageGlass, in inglese Electrochrome SageGlass, che sotto il marchio Quantum Glass ha proposto Saint-Gobain Glass al recente BAU di Monaco.
Disponibile sia in vetrata isolante normale che in vetro triplo, la lastra di vetro elettrocromico, posizionata in faccia 2 (vedi schema qui sotto), permette la regolazione delle rilevanti caratteristiche ottico-energetiche quali:
-la trasmissione luminosa da 63% a 1%;
-il fattore solare g da 0,47 a 0,04.
Il cambiamento di stato è evidenziato dall’apparire di una leggera colorazione azzurra che diventa man mano blu. Il cambiamento avviene tramite l’applicazione di una corrente continua a bassa tensione agli strati di ossidi metallici (strati invisibili a occhio nudo in quanto spessi 1/50 del diametro di un capello) che ricoprono la lastra. Quattro sono gli stati di colorazione possibili: chiaro, intermedio 1, intermedio 2 e blu.
La regolazione delle proprietà ottico-energetiche del vetro avviene in maniera graduale e richiede dai 3 ai 5 minuti per passare dallo stato chiaro al color blu, che in ogni caso lascia la lastra trasparente. Quantum Glass, assieme al vetro elettrocromico, offre anche il sistema di controllo che può essere manuale o automatico (o entrambi), collegabile eventualmente a un BMS-Building Management System. Di corredo anche sensori di luminosità, cavi, componenti elettronici e interruttori a muro.
Le vetrazioni, che sono fornite da SageGlass su misura, offrono valori di trasmittanza termica Ug variabili da 1,4 e 1,1 (vetrata isolante senza e con lastra basso emissiva) a 0,8 W/m2K secondo EN 673 per il triplo vetro.
Il produttore sottolinea come il vetro elettrocromico sia molto efficace nel controllo del calore e della luce solari nonché dell’abbagliamento rendendo possibile la sostituzione dei tradizionali sistemi di schermatura solare esterni e interni, e rendendo possibile un significativo risparmio energetico in ogni stagione, soprattutto in quella estiva.
Quanto ai consumi di energia elettrica, Quantum Glass evidenzia che 200 metri quadri di vetro elettrocromico consumano tanto quanto una lampada a incandescenza da 60 Watt.
Finora prodotto su modesta scala, con l’inizio del 2013 il vetro elettrocromico SageGlass verrà prodotto in una nuova unità produttiva a Faribault (Minnesota, USA) che dovrebbe assicurare un output di 400 mila metri quadri di vetro elettrocromico. Il che, anticipano fonti dell’azienda, dovrebbe dimezzare il prezzo di vendita del vetro. Inoltre, con la nuova produzione le dimensioni massime delle lastre passeranno dagli attuali 1016x1524 mm a 1500x3050 mm.
Una delle prime applicazioni del vetro elettrocromico è stata realizzata qualche mese fa al Multicomfort Habitat Lab, inaugurato da Saint-Gobain Italia alle porte di Milano dove è stato inserito nei tripli vetri delle vetrate fisse e delle porte esterne della sala conferenze (vedi foto di apertura e foto gallery sotto il video a fondo pagina).
SageGlass a giugno 2012 è passata al 100% sotto il controllo di Saint-Gobain che deteneva il 50% delle azioni dal novembre 2010 (vedi news).
(eb)



  • 16/01/2013  Che spreco perdere occasioni per migliorare il servizio
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Per un manager/leader il passo più importante durante il processo di un cambiamento è quello di saper creare all'interno del proprio staff un sufficiente senso di urgenza nel maggior numero di persone possibile. Saper creare la giusta tensione per affrontare la sfida del cambiamento e la crescita in una nuova direzione.
Tutto comincia dall'urgenza, unica maniera per evitare la piaga del cadavere per la routine di tutti giorni.
Far nascere questo stato è una questione di sensazioni e le persone devono essere invase dalla voglia di innovare e avanzare. Quindi parlare col cuore e dal cuore, illustrando semplicemente il problema, senza caricarli sempre di responsabilità.
Illustra alle persone ciò che ignorano circa quello che succede al di fuori della loro realtà; potrebbero essere cambiamenti di mercato, progressi dei concorrenti o altri tipi di segnali. Dillo, spiegalo, fallo notare ma non con soli dati statistici, bensì creando un'emozione ed una necessità che li tocchi intimamente e che li incoraggi spingendoli ad agire.
Agisci tutti i giorni con urgenza...



  • 20/12/2012  Il valore del legno
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Tutti sanno che le foreste sono il polmone del pianeta, ma pochi che il legno mantiene la sua capacità di assorbire CO2 restituendo ossigeno anche quando viene impiegato negli ambienti in cui viviamo.
Il legno ama l'uomo e l'uomo ama il legno.
Ecco perché l'abbiamo scelto come materia prima per produrre le nostre finestre.
MC infissi è parte integrante di una filiera attenta agli aspetti ambientali a alle attività di produzione e trasformazione del legno, in un'ottica di maggiore sostenibilità ambientale.  (MC infissi)





  • 4/12/2012  C'è chi fa leva sulla flessibilità
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Il produttore di macchine agricole Claas, la cui attività è caratterizzata da forti effetti stagionali, ha introdotto già da molto tempo una grande fessibilità nel numero delle ore lavorate a settimana, che variano da 24 e le 51 senza ricarichi per gli straordinari.
Presso la Wacker Costruction, produttore di macchine edili, in fase di alta stagione si lavora fino a 48 ore settimanali. Anche approcci scelti da imprese come Volkswagen nelle annate difficili testimoniano la disponibilità da parte dei lavoratori di adattarsi alle necessità contingenti. Esempi di questo tipo dimostrano che le risorse umane vengono gestite già da tempo in maniera flessibile in Europa.
La realizzazione di queste idee, richiede tuttavia l'abbandono di posizioni dogmatiche da parte di tutti gli interessati. (L'impresa)

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