giovedì 31 gennaio 2013

Finanziamenti INAIL ISI 2013


Confidando nel Vs. interesse, se non lo conoscete già, comunichiamo il bando INAIL :

ESTRATTO AVVISO PUBBLICO 2013 PER INCENTIVI ALLE IMPRESE PER LA REALIZZAZIONE DI INTERVENTI IN MATERIA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO








1. OBIETTIVO
Incentivare le imprese a realizzare interventi finalizzati al miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Possono essere presentati progetti di investimento e progetti per l'adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale.

2. AMMONTARE DEL CONTRIBUTO
L'incentivo è costituito da un contributo in conto capitale nella misura del 50% dei costi del progetto. Il contributo massimo è pari a 100.000 €, il contributo minimo erogabile è pari a 5.000 €. Per le imprese fino a 50 dipendenti che presentano progetti per l'adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale non è fissato il limite minimo di spesa. Per i progetti che comportano contributi pari o superiori a € 30.000 è possibile richiedere un'anticipazione del 50% del finanziamento.

3. DESTINATARI
Destinatari sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato, Agricoltura.

4. RISORSE
Le risorse per l'anno 2013 INAIL sono 155,352 milioni di euro ripartiti in budget regionali, di cui:
_ 9,102 milioni di euro per i finanziamenti destinati ai progetti relativi all'adozione di modelli organizzativi per la gestione della sicurezza
_ 146,250 milioni di euro per i finanziamenti INAIL destinati:
_ ai progetti di investimento (strutturali e macchine)
_ ai progetti relativi a:
_ Adozione di un sistema di responsabilità sociale certificato SA 8000
_ Modalità di rendicontazione sociale asseverata da parte terza indipendente

5. MODALITA' E TEMPI
5.1. Compilazione e salvataggio online della domanda - 15 gennaio - 14 marzo 2013
Nel periodo dal 15 gennaio al 14 marzo 2013 sul sito www.inail.it - Punto Cliente, le imprese, previa registrazione, avranno a disposizione una procedura informatica che consentirà l'inserimento della domanda, con la possibilità di effettuare tutte le simulazioni e modifiche necessarie fino alle ore 18.00 del 14 marzo, allo scopo di verificare che i parametri associati alle caratteristiche dell'impresa e del progetto siano tali da determinare il raggiungimento del punteggio minimo di ammissibilità, pari a 120 (punteggio soglia). E' possibile effettuare modifiche della domanda precedentemente salvata e procedere a nuovo salvataggio fino alle ore 18.00 del 14 marzo 2013.
5.2. Download del codice identificativo - 18 marzo 2013
A partire dal 18 marzo 2013 le imprese la cui domanda salvata in precedenza abbia raggiunto o superato la soglia minima di ammissibilità prevista, potranno accedere all'interno della procedura informatica per il download del proprio codice identificativo che le identificherà in maniera univoca.
5.3. Pubblicazione della data di invio della domanda online - 8 aprile 2013
Le domande inserite, alle quali è stato attribuito il codice identificativo, ormai salvate e non più modificabili, potranno essere inoltrate online; la data e l'ora di apertura e di chiusura dello sportello informatico per l'inoltro on-line delle domande saranno pubblicate sul sito www.inail.it a partire dall'8 aprile 2013.
.....e speriamo che Vi sia dato!


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venerdì 25 gennaio 2013

Si chiama RESILIENZA!

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Questa parola può avere più significati e Wikipedia la definisce adeguatamente per ogni settore:
> in ingegneria è la capacità di un materiale a resistere a urti improvvisi
> in informatica è la capacità di un sistema di adattarsi alle nuove condizioni d'uso
> in psicologia è la capacità dell'uomo ad affrontare le avversità della vita, a superarle ed uscirne trasformato positivamente
Sinonimi di resilienza sono: elasticità e mobilità.
Genericamente la resilienza viene definita come la capacità di adattamento e la flessibilità, verso nuovi comportamenti, quando i precedenti non sono più adeguati.    







Ma è nelle aziende che questa parola assume significati importanti, in quanto determina la disponibilità imprenditoriale alle innovazioni. 
Ed è nel nostro lavoro, strettamente legato all’organizzazione della produzione, che spesso chiediamo disponibilità al rinnovo, sia nei metodi che, talvolta, nelle attrezzature, allo scopo di migliorare le condizioni tecnico-economiche dell’azienda.
Certo il cambiamento è cosa complessa e talvolta anche costosa, così che, più spesso di quanto crediamo, si preferisce rinunciarvi!
Ma i cambiamenti sono indispensabili a mantenere l’azienda competitiva.
Un esempio che ci “tocca” da vicino: un’azienda produttrice di serramenti in legno, meritevole di riconoscimento dalle imprese clienti, per la buona qualità e l’ottimo servizio offerto, oggi si trova ad affrontare una difficile situazione per la sensibile riduzione del fatturato e per il poco roseo futuro, visto che molte imprese con le quali collaborava, non esistono più. Non avendo una propria rete commerciale (non ne ha mai avuto necessità), non avendo una gamma di articoli innovativi da proporre (la cantieristica chiedeva solo un buon prezzo), non avendo attrezzature flessibili (ha lavorato sempre in larga serie), la proprietà è disorientata dalle difficoltà prospettate in un piano di ristrutturazione così significativo.

Molte sono le aziende che stanno affrontando le stesse difficoltà e molte altre quelle che hanno già “presentato i libri” al tribunale, scendendo in concordato se non presentando richiesta di fallimento.
Purtroppo in molti casi ci viene detto: << se l’azienda non da utili, ma solo costi, deve essere chiusa>> oppure <> etc etc.
Noi comprendiamo la paura che cresce in ognuno di noi, ma troviamo comunque da ridire per chi la pensa così! Non capita che le cose precipitino a brevissimo termine, quindi, forse, era prevedibile l’andamento del mercato e magari era anche possibile intraprendere una strada di cambiamento!
Da qui la “resilienza”!  Meglio lasciare perdere che rinnovarsi!

Forse, però, non è troppo tardi per iniziare...quindi, come sempre, "coraggio imprenditori".


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venerdì 18 gennaio 2013

La produttività: il futuro del passato

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Riteniamo opportuno segnalarVi questo post presentato dal gruppo "il sole 24 ore" e scritto dal Dott. Riccardo Varvelli e dalla Dott.ssa Maria Ludovica Varvelli, ai quali facciamo i nostri complimenti per aver affrontato questo interessante argomento in modo veramente simpatico.










Alcune parole del linguaggio d’impresa sembravano fino a ieri abbandonate perché obsolete e superate. Fino a ieri. 
Poi venne Monti e dal cappello tirò fuori una delle più vecchie ed anche male interpretate parole: “produttività”.

Negli anni settanta ed ottanta nessun contratto nazionale o accordo aziendale contemplava questo termine.
Da parte sindacale: “produttività = sfruttamento delle persone”
Da parte dell’azienda: “fare di più”.

Poi ci si accorse che il miglioramento dei processi aziendali non sempre passava attraverso la richiesta al lavoratore di “fare più pezzi”, ma che lo stesso risultato (in alcuni casi con risultati decisamente maggiori) si poteva ottenere con il miglioramento tecnologico, con l’automazione, con la robotizzazione e  con l’informatica.

Lasciando la quantità all’automatismo, l’attenzione dell’impresa si spostò sul “di meglio” cioè il lavoratore doveva essere attento soprattutto alla qualità del prodotto.
Mentre nel secolo scorso la qualità veniva controllata con opportuni collaudi da altri personaggi (il “servizio qualità”), con il fare “di meglio” questa responsabilità veniva addebitata al lavoratore diretto.
Fu così che l’interpretazione sindacale “produttività = sfruttamento” perdeva di credibilità.

Poi venne il “diverso”, con il quale si chiese al lavoratore di fare non più un’unica operazione ripetitiva, ma di diversificare il suo intervento arricchendolo di contenuti (come la personalizzazione dell’intervento, la fuor discussa qualità, etc.).
Così si abbandonarono i precedenti criteri di “fasi semplici e ripetitive” e di “personalizzazione” procedendo verso l’arricchimento offerto appunto dal lavoratore.

Anche il sindacato fu allora d’accordo ed oggi si parla di produttività intesa come “di più”, “di meglio” e “di diverso” che il lavoratore può e deve fare!


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lunedì 7 gennaio 2013

Imparare da chi ha più esperienza

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Vi proponiamo alcuni ritagli dell'intervista fatta dal mensile "L'Impresa" a Dan Peterson, allenatore e telecronista nel mondo del basket.
Condividiamo molto delle sue risposte a nostro parere importanti e piene di significato.

Molte di queste Vi sembreranno ovvie, scontate e solamente teoriche, in realtà sono frasi che esprimono in breve concetti e sistemi per governare un'azienda.







Come si costruisce una squadra vincente?
"La domanda è semplice. La risposta complicatissima. In qualsiasi campo, aziendale o sportivo, occore avere un talento.
E' facile vincere se in campo hai Michael Jordan o Magic Johnson, ma nella realtà ci dobbiamo rendere conto che non avremo mai la squadra perfetta.
Io penso che l'allenatore sia come un sarto. Deve prendere le misure del proprio cliente. Ogni vestito va fatto su misura. Il bravo allenatore, come il manager, non è il sistemista che impone solamente le regole del suo sistema. Al contrario, deve adattare lo schema ai giocatori di cui dispone in quel momento. Anche i manager dovrebbero ragionare così. Questo è il primo passo. Poi occorre definire i ruoli, far sentire tutti importanti, non indispensabili. E soprattutto far sognare le persone, trascinandole verso un obiettivo ambizioso."


Nelle squadre ci sono tante persone diverse. Come creare un giusto mix?
"Flessibilità e pazienza. L'ho imparato in Cile, dove allenavo la nazionale di basket. Non tutti i giocatori venivano con regolarità agli allenamenti. Allora io ripetevo lo stesso allenamento più volte in modo tale che tutti sapessero le stesse cose, perchè se non partecipi al meeting precedente, non capisci più di cosa si parla.
Quindi anche nelle aziende bisogna ripetere più volte, valori e messaggi."



Come allenarsi in azienda?
Chi conduce un allenamento non deve parlare troppo. Nelle imprese spesso i capi si limitano a dare obiettivi sempre più ambiziosi. Così la gente si chiede: Come? Con quali strumenti?
Il coach o il manager devono dare questi strumenti, gli arnesi, i sistemi, un metodo, una tattica. Non basta dire "forza ragazzi, io credo in Voi"".


Che importanza hanno esempi e comportamenti?
Il mondo del lavoro ha subito un grosso cambiamento in questi ultimi anni. Il boss non può più stare solamente in ufficio, ma deve mettersi in gioco insieme alle persone di fiducia. Non facendo la stessa cosa, perchè diventerebbe un doppio ruolo, ne facendo parte integrante del sistema perché deve avere comunque la possibilità di fare altre cose, ma deve ascoltare quelli che lavorano per lui.
Deve chiedere: "Come vedi questo problema? Come lo affronteresti?". Così sarà visto positivamente, interessato e attento a ciò che gli viene detto, ed in contemporanea arricchito di informazioni. Pensiamo all'orgoglio di chi vede le proprie idee messe in pratica."


Come si fa a diventare un grande manager?
Avere umiltà. Ascoltare i grandi saggi ed imparare da loro. Cercare le persone senior ed imparare da loro. Poi magari fare di testa propria, ma farsi un'idea grazie all'esperienza. Chiedi ai tuoi collaboratori cosa invidiano dai propri concorrenti. Cosa ruberebbero da loro. Chiedi tanti suggerimenti e capirai dove sbagli e dove devi migliorare. Il manager fa più domande che dichiarazioni. Interroga più che fare discorsi.

Coraggio imprenditori!



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