venerdì 26 aprile 2013

Stimolare le risorse umane

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Sul Giornale "La Stampa" lo scorso 21 Aprile 2013, è stato pubblicato dalla giornalista Stefania Marra, un articolo dedicato ad una ditta ben conosciuta dai falegnami: la "Renner Italia".

















In questi tempi di crisi, quando si parla di tagli e risparmi, viene naturale preoccuparsi.
Ma non è sempre così, come dimostra l'esempio della Renner Italia, azienda che produce vernici per legno con sede a Minerbio, in provincia di Bologna.
Anche in virtù dei risparmi ottenuti nei consumi energetici, tutti i duecento dipendenti hanno ricevuto un bonus di duemila euro lordi. In pratica uno stipendio in più.
Questo importante traguardo è il risultato di un accordo stipulato lo scorso anno tra azienda e sindacato in occasione del rinnovo del contratto.
"Obiettivo comune era l'ottimizzazione dei costi, spiega Marco Grandi, sindacalista della Filctem-Cgil, è stato
così individuato un pacchetto di spese su cui si poteva incidere, legate agli oneri per energia elettrica, gas, acqua e per lo smaltimento dei rifiuti. Spese che per un azienda chimica sono importanti".
Notevoli risultati ottenuti con un taglio del 7,5% su una "bolletta" complessiva di 1,5 milioni di euro nel 2011: la metà della cifra risparmiata è andata alla Renner e l'altra metà ai dipendenti.
Già tre anni fa un primo accordo aveva previsto che i dipendenti partecipassero per il 15% agli utili; "quello stipulato nel 2012 è però una sorta di apripista in tema di risparmio energetico" sottolinea Grandi.
Per ora la Renner è l'unica impresa del territorio ad aver sottoscritto un'intesa simile. E a Gennaio l'azienda di Minerbio ha ricevuto il premio Impresa Ambiente, conferito dal ministero dell'ambiente e da Asset - Camera di commercio di Roma alle imprese che si distinguono nel campo della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale.
"E' un riconoscimento che va alla visione strategica e al sistema di gestione Renner Italia" dice Giuseppe Tripaldi, direttore di Asset.
Le cifre parlano chiaro: a fronte della crisi generalizzata, Renner ha assunto una trentina di giovani negli ultimi due anni (sono previste altre 5 assunzioni nel 2013). Ha quasi quadruplicato gli utili rispetto allo scorso anno, raggiungendo quota 1,95 milioni. E il fatturato è cresciuto del 10,3%.
Traguardi che abbinati ai risparmi, hanno regalato ai dipendenti quella che l'amministratore delegato Lindo Aldrovandi definisce "una quindicesima mensilità".
"il risparmio energetico e le buone pratiche aziendali, spiega l'ad, sono idee con cui difendiamo il potere d'acquisto delle famiglie in un momento difficile del paese. Due progetti alla cui realizzazione hanno contribuito tutti".

Approfittiamo dell'occasione per fare i nostri complimenti alla Renner per questa ottima iniziativa che, anche noi, consigliamo ai nostri clienti (anche in forme di semplici premi ad obiettivo) come forma di investimento sulle proprie risorse.

Coraggio imprenditori!



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sabato 20 aprile 2013

Aziende degne di grande nota


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Abbiamo la fortuna di collaborare da diversi anni con tre aziende simili, che producono porte per interni.
Una in Toscana, l’altra in Campania ed un’altra ancora in Basilicata.











Le cose che le rendono simili e che costituiscono alcuni dei loro punti di forza, oltre al prodotto, sono:
1 la lavorazione essenzialmente “a commessa”
2 il servizio di rapida consegna
3 l’alto grado qualitativo dei prodotti finiti
4 l’elevata gamma di modelli

Ne vogliamo parlare perché, nonostante si dica che “tutti oggi lavorano a commessa”, la realtà che abbiamo potuto constatare girando per le falegnamerie italiane è ben diversa.
Infatti, specialmente per questa tipologia di prodotto, il mantenimento di un prezzo di vendita contenuto ed appetibile dal mercato, da 100 a 300 €, è condizionato da produzioni di grande serie e spesso dal mantenimento a magazzino.
La ditta Braga s.p.a., ad esempio, sta diventando uno, se non il più grande produttore Italiano di porte e loro componenti, produce in larga serie sia gli imbotti che i pannelli tamburati o il semilavorato per quelle porte chiamate intelaiate. Andando incontro alle richieste del proprio mercato, ha portato avanti un'idea che sta avendo un grande successo; ha favorito lo sviluppo di depositi regionali a terzi, mobilizzando il proprio magazzino e creando una rete di vendita particolarmente capillare.
Ma questa continua ad essere lavorazione in serie...

Le richieste del mercato attuale e futuro, prevede sempre più un’elevata personalizzazione degli articoli, oltre a dimensioni variabili, alle tipologie, alle finiture, alle essenze, ai colori, ecc.
Per non parlare delle incisioni, delle sfinestrature, delle ferramente e chissà quanto altro ancora!
Lavorare sul venduto con una gamma di prodotti che racchiude decine di modelli e altrettante composizioni, colori, essenze, accessori, ecc., implica un sistema organizzativo particolarmente complesso e, non ultimo, il fattore costo che deve rientrare nella fascia di mercato.
Se poi parliamo di quantità giornaliere comprese tra le 70 e le 120 porte, una diversa dall’altra, una verniciata e l’altra in laminato, forse è più facile comprendere la complessità di questa lavorazione.
Stiamo parlando delle falegnamerie OTC DOORS s.r.l. e PORTE A PORTE s.r.l..
Ma c’è anche un’altra realtà, la terza, che lavora con le stesse problematiche: la ISOMAX s.r.l..
E’ un’azienda di più piccola dimensione e quantità giornaliera, ma che affronta le stesse problematiche.
Ecco queste aziende “sono quasi uniche” perché non vendono i prodotti del fornitore, bensì li lavorano per soddisfare le esigenze del singolo cliente.
E ciò ci pare degno di grande nota.

Approfittiamo quindi dell'occasione per complimentarci con loro per l'impegno ed il coraggio dimostrato in tutti questi anni di collaborazione.
Coraggio imprenditori


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venerdì 12 aprile 2013

Il legno, un dono geniale della natura

 Ringraziamo i nostri amici danesi della http://www.trae.dk/ per la realizzazione di questo interessantissimo video e la Federlegnoarredo per la traduzione nella lingua italiana. 
Clicca sull'immagine per vedere il video.


Siete stufi? Stufi di sentire che tutto andrà a rotoli?
Come finirà con CO2, effetto serra, inondazioni, siccità, fame, esaurimento di risorse naturali, montagne di rifiuti e questo inferno di materiali inquinanti?
Beh niente paura la soluzione c'è......IL LEGNO...... proprio così!
Gli alberi ed i prodotti in legno sono il futuro.
Il legno è la materia prima più ecologica che ci sia sulla terra. Ecco perché usarlo!
Alberi e foreste sono una fonte di materia prima che cresce ogni anno e sono molto più belli delle miniere di carbone e delle piattaforme petrolifere.

Vi chiederete: "Non è un errore abbattere gli alberi?"
Noooooo.... Per fortuna va benissimo!

Quasi tutte le foreste europee sono gestite proprio per produrre legno per il settore manifatturiero ed una volta abbattuti gli alberi ne vengono subito piantati degli altri. Inoltre le aree forestali europee sono in espansione e crescono di circa 500 km² ogni anno.
I prodotti del legno rendono anche il clima più sano perché gli alberi assorbono la CO2 dall'aria e quindi la trattengono nei tronchi e quindi nei prodotti di legno.

Ogni volta che utilizziamo il legno per costruire case, ponti, mobili ed auto, si riduce quindi l'effetto serra e anche quando eliminate i prodotti in legno i vantaggi non mancano.
Bruciateli! Il legno conserva energia e bruciandolo emetterà la stessa CO2 che l'albero ha utilizzato per crescere.

Sostituendo carbone, petrolio e gas con il legno, si evitano le emissioni di CO2 e si evitano i rifiuti.
Ecco perché il legno è la materia prima più ecologica della terra; una risorsa che cresce e produce energia pulita anziché rifiuti. Non si può di certo dire lo stesso per metallo, plastica, cemento, carbone, petrolio e gas, giusto?
E allora, usate il legno! E' Fantastico...proprio un dono geniale della natura.


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domenica 7 aprile 2013

Cosa è LA CASA PASSIVA


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Noi lavoriamo solo con falegnamerie nelle quali si producono mobili, cucine, finestre, porte e quant’altro collegato al mondo della casa e dell’edilizia e molto spesso sentiamo parlare di case passive, bioedilizia, case in legno, ecologia, recuperi energetici, risorse naturali, energie rinnovabili, etc. Altrettanto spesso abbiamo la sensazione che se ne faccia un gran guazzabuglio, perché non c’è molta conoscenza del tema e si collegano tutti gli argomenti con estrema facilità.


Proviamo a fare un po' di chiarezza:

1 Casa passiva 
I primi prototipi di edifici risalgono alla Svezia degli anni '80 anche se le prime vere sperimentazioni sono state fatte in Germania, a Darmstadt, negli anno ’90, dove la “Passivhaus” era caratterizzata da un involucro termico particolarmente efficiente e tale da mantenere il confort interno senza sistema di climatizzazione.
Oggi ammettiamo che chi ha cominciato a leggere di case passive, starà pensando che la sua prossima casa sarà proprio una Casa Passiva.     O passiva o niente!
Perchè?     Perché in qualsiasi progettazione, per vari motivi, si accettano compromessi: se progettiamo una casa passiva, questo non può accadere, perché la qualità è inderogabile.
I 5 principi progettuali per costruire una Casa Passiva sono:
- buona coibentazione
- buona serramentistica
- ventilazione con recupero del calore
- ermeticità all’aria
- assenza di ponti termici  (sono ponti termici gli angoli, i terrazzi , gli infissi e i pilastri.  Il ponte termico è tra i principali responsabili delle perdite di calore, perché provoca scambi di temperatura: d'inverno conduce calore dall'interno verso l'esterno, d'estate dall'esterno all'interno)…sembra facile, ma non è neppure così difficile!

2 Energie rinnovabili 
Quando si parla di energia c’è sempre chi non crede nelle energie rinnovabili o pensa che possano solo servire "da contorno", ma se vogliamo continuare a consumare/sprecare come siamo da sempre abituati.… allora non ci basterebbe un pianeta di scorta! E pensare che il risparmio energetico è una fonte di energia enorme, pressoché illimitata e scarsamente sfruttata, così come la bassa sensibilità a quest’utilizzo.
Allora mi chiedo:
- non siamo capaci di progettare abitazioni senza impianti di riscaldamento tradizionali?
- non siamo capaci di progettare la coibentazione contro il caldo e sogniamo l’acquisto del condizionatore?
Quindi è colpa nostra, non delle fonti di energia rinnovabile che non ci bastano mai!

3 La cogenerazione
Nelle case abbiamo bisogno sia di calore che di energia, o mi sbaglio?
Pensate che anche nelle più avanzate centrali a gas o a carbone il 45 - 60 % di energia è dispersa come calore-scarto non utilizzato. Ma è possibile ottenere una produzione combinata di calore ed energia? Sarebbe uno dei modi più efficaci per generare sul posto, con fonti di energia primaria come il gas naturale, contemporaneamente energia elettrica e calore! Questo sistema è definito “cogenerazione”
Gli impianti attuali di cogenerazione hanno raggiunto un’altissima efficienza, fino al 90 % con netta  riduzione delle emissioni di anidride carbonica.
La combustione aziona un motore che è collegato ad un generatore elettrico (come l’alternatore delle nostre auto) e in questo processo, il rifiuto, cioè il calore, tramite scambiatori, diventa riscaldamento e acqua calda.
Anche per la casa esistono sistemi di cogenerazione che vengono installati in sostituzione di un riscaldatore tradizionale.
Un esempio:  La caldaia “eVita” di Remeha (link 2)  è una caldaia pensile a gas con potenza elettrica di 1 kW. Con il modulo a condensazione integrato ha una capacità di riscaldare fino a 25 kW, consentendo la riduzione della bolletta elettrica e l’immissione nella rete pubblica dell’esubero di energia elettrica.
Una considerazione:  In Germania gli impianti di cogenerazione sono sovvenzionati con circa 1.500€.

Allego un gradevole intervento di Paola Contini 
In dieci anni il prezzo del gas è aumentato del 69%.   Oggi stiamo impostando la nostra politica energetica per i prossimi anni ed investiamo le poche risorse pubbliche per il futuro.
...e arriva un governo di tecnici…
…e imposta tutto su gas e petrolio…
Qualsiasi uomo, non troppo vecchio per capire, guarderebbe alle tecnologie già conosciute e si chiederebbe: quale sarà lo sviluppo futuro?
Gli Stati Uniti che sono ritenuti tecnologicamente avanzati, anche se parliamo di pochi anni di distanza, …. hanno mandato una navicella su Marte…
...lassù c’è forse un gasdotto libico che la alimenta?
…hanno una prolunga lunga lunga?
…..a chi pagano la bolletta?
Ma queste tecnologie sono sconosciute o inapplicabili sulla Terra?
...o sono perfettamente conosciute ed a disposizione di tutti?
Abbiamo dei governi che stanno facendo delle scelte e mi sembra giusto che i veri Tecnici intervengano per spiegare che queste politiche non sono del secolo scorso.… ma di due secoli fa’!
Adesso, se facessimo una vera politica energetica, dovremmo pensare a non comprare più combustibili fossili … e allora cosa faranno coloro che hanno le tecnologie quando noi avremo costruito i gassificatori e i pozzi di petrolio?
Semplice: metteranno sul mercato le tecnologie di cui sono in possesso e annulleranno tutti i nostri investimenti con una sonora risata.
All’idea che ci siano tanti italiani a pensare ad una prolunga lunga lunga ……………stiamo sorridendo anche noi, amaramente! Vediamo un po' cosa faremo con questi “Saggi”…



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