venerdì 18 gennaio 2013

La produttività: il futuro del passato

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Riteniamo opportuno segnalarVi questo post presentato dal gruppo "il sole 24 ore" e scritto dal Dott. Riccardo Varvelli e dalla Dott.ssa Maria Ludovica Varvelli, ai quali facciamo i nostri complimenti per aver affrontato questo interessante argomento in modo veramente simpatico.










Alcune parole del linguaggio d’impresa sembravano fino a ieri abbandonate perché obsolete e superate. Fino a ieri. 
Poi venne Monti e dal cappello tirò fuori una delle più vecchie ed anche male interpretate parole: “produttività”.

Negli anni settanta ed ottanta nessun contratto nazionale o accordo aziendale contemplava questo termine.
Da parte sindacale: “produttività = sfruttamento delle persone”
Da parte dell’azienda: “fare di più”.

Poi ci si accorse che il miglioramento dei processi aziendali non sempre passava attraverso la richiesta al lavoratore di “fare più pezzi”, ma che lo stesso risultato (in alcuni casi con risultati decisamente maggiori) si poteva ottenere con il miglioramento tecnologico, con l’automazione, con la robotizzazione e  con l’informatica.

Lasciando la quantità all’automatismo, l’attenzione dell’impresa si spostò sul “di meglio” cioè il lavoratore doveva essere attento soprattutto alla qualità del prodotto.
Mentre nel secolo scorso la qualità veniva controllata con opportuni collaudi da altri personaggi (il “servizio qualità”), con il fare “di meglio” questa responsabilità veniva addebitata al lavoratore diretto.
Fu così che l’interpretazione sindacale “produttività = sfruttamento” perdeva di credibilità.

Poi venne il “diverso”, con il quale si chiese al lavoratore di fare non più un’unica operazione ripetitiva, ma di diversificare il suo intervento arricchendolo di contenuti (come la personalizzazione dell’intervento, la fuor discussa qualità, etc.).
Così si abbandonarono i precedenti criteri di “fasi semplici e ripetitive” e di “personalizzazione” procedendo verso l’arricchimento offerto appunto dal lavoratore.

Anche il sindacato fu allora d’accordo ed oggi si parla di produttività intesa come “di più”, “di meglio” e “di diverso” che il lavoratore può e deve fare!


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